Giovanna Garbuio

Resistenza dello stato di comfort

il suo significato in Ho’oponopono

Resistenza dello stato di comfort schema

Istinto di sopravvivenza e resistenza dello stato di comfort

Tra le nostre varie conoscenze c’è il fatto che nell’uomo sono presenti l’istinto di sopravvivenza e l’istinto di conservazione della specie. Sicuramente è proprio così, ma  ci si dimentica di citare l’altrettanto forte istinto umano di mantenere invariato il proprio stato di comfort!

In parole povere abbiamo tutti una fottutissima paura del cambiamento. “mai lasciare la strada vecchia per la nuova”! E questo si chiama resistenza dello stato di comfort.

Gli Hawaiani sanno che la nostra razionalità (Lono/Uhane) ha il potere di creare l’illusione di sembrare superiore, di presentarsi come diversa da tutti e spesso ineguagliabile.

Autosabotaggi

Per raggiungere questi risultati utilizza gli strumenti della critica e del giudizio con lo scopo di mettere gli altri in cattiva luce e in questo modo per confronto elevare se stesso.

Per esempio se decido di meditare, potrebbe farmi passare la voglia, facendomi venire in mente che ho altre cose “più importanti” da fare. Durante la meditazione mi fa provare irrequietezza, incapacità di stare fermo, di tenere gli occhi chiusi ecc… La razionalità si intrufola dappertutto anche nella meditazione stessa, dicendomi che se affronto anche la meditazione razionalmente “capirò” meglio ecc…

Insomma sabotaggi, perchè l’ego sa che quella via mi sta portando a ridimensionare il suo potere (tra cui la capacità di stimolarmi ansia, paura, timore ecc…) !

Abitudini

Questo meccanismo in occidente è spesso  noto come resistenza dello stato di comfort, infatti tendenzialmente Lono/Uhane ostacola ogni intenzione di cambiamento. Le abitudini sono la sua forza.

Resistenza dello stato di comfort chi si accontenta non gode

Ne consegue inevitabilmente che l’adagiarsi sulle proprie abitudini acquisite si rivela uno dei più grossi ostacoli al miglioramento!

Abbiamo paura di soffrire e per questo continuiamo inesorabilmente a soffrire.

E proprio quelli che non hanno risultati, quelli che

  • si ritrovano demotivati, disperati,
  • si convincono che siano tutte cose troppo complicate,
  • pensano che siano percorsi per iniziati o per fanatici o per persone con doti speciali,

sono i primi ad alimentare gli stessi timori negli altri, diffondendo (in chi si lascia condizionare) una gran paura del misterioso percorso che seguirà se si decideranno di uscire dalla propria cara zona di comfort.

La routine quotidiana alimenta la resistenza dello stato di comfort

Preferiamo nasconderci nella routine quotidiana, piuttosto che soddisfare anche delle nostre necessità, se queste rischiano di portarci fuori dai binari!

Perché il nostro bisogno istintivo principale è quello di sentirci sicuri e a nostro agio. D’altra parte cosa esiste di meglio di ciò che conosciamo ormai così bene? Anche se è una situazione che non ci permette di stare bene o non ce lo permette del tutto?

Percorrere la strada conosciuta, che sappiamo non ci porterà mai dove vorremmo, ma ci fa sentire protetti e ci eviterà di correre alcun rischio imprevisto, ci pare a volte l’unica alternativa sensata!

L’assenza di rischi evidenti

L’assenza di rischi ci procura la tranquillità, che però spesso finisce per  trasformarsi in apatia!

Questo però è un senso di sicurezza subdolo che frena qualunque ambizione di miglioramento.

Resistenza dello stato di comfort equilibrio

Il dolore diventa la molla contro la resistenza dello stato di comfort

Solo quando la catena delle abitudini acquisite ci provoca dolore siamo stimolati veramente a modificarle! E’ triste però pensare che per migliorare dobbiamo arrivare a livelli insopportabili di dolore e frustrazione. Triste e stupido!

Infatti abbiamo ormai capito che se siamo convinti di non essere in grado di raggiungere un obiettivo è assolutamente inutile provarci! Il fallimento è garantito. Convalidando e rafforzando così la nostra convinzione di non potercela fare e rafforzando la resistenza dello stato di comfort.

La strada efficace

Perciò qual è la strada efficace all’interno di questo innegabile meccanismo?

Intanto smettere di provarci e invece “FARLO – DO IT”!

E’ tutta questione di prospettiva e di atteggiamento mentale!

Siamo passati tutti in quell’onda di “marasma” dove sembra che da qualche parte (spesso dall’interno di noi stessi) ci vogliano fare capire che non è la nostra strada… migliorare!

Tanti malesseri che viviamo non sono altro che una reazione psicosomatica al cambiamento (resistenza dello stato di comfort). Il nostro ego, nella veste che gli viene così bene di sabotatore, fa di tutto perchè molliamo la presa, poichè lui ne farebbe le spese più grosse.

Resistenza dello stato di comfort fuori zona

Spesso cominciando a praticare ho’oponopono (o qualunque altro percorso efficace) ci accorgiamo adirittura che le cose peggiorano…

Questo può essere dovuto semplicemente al processo che si è messo in moto e che quindi sta eliminando le scorie (e per eliminarle ce le mostra), ma spesso può essere dovuto anche alla resistenza dello stato di comfort.

A volte capita che iniziando a praticare una nuova tecnica spirituale indirizzata a portarci verso un cambiamento sostanzioso della nostra vita, il nostro ego si aggrappi con tutto se stesso al suo stato di comfort, cioè ad una situazione magari non idilliaca, ma comunque conosciut. Come quelli che sostengono mai cambiare la strada vecchia per la nuova… procurandoci incidenti di percorso, ma anche veri e propri disturbi fisici. Si tratta appunto di una forma di resistenza al cambiamento.

Incrostazioni che vengono a galla

Tuttavia un altro meccanismo che mettiamo in atto quando cominciamo a praticare qualcosa di efficace a livello energetico  è il presentarsi di una sorta di reazione di purificazione interiore. Una sorta di pulizia interna, una liberazione dai veleni quotidiani.

Può succedere che ci sia una specie di disintossicazione, con relativa crisi di astinenza, per cui all’inizio ci succedono cose apparentemente negative (le famose bastonate). In questo caso significa che il processo sta facendo il suo “dovere”. Sta agendo e sta sbloccando qualcosa di grosso che restava ancorato in profondità e che prima o poi si sarebbe comunque manifestato in maniera tanto più dirompente quanto più l’abbiamo inibito.

Avete presente cosa succede ad un bicchiere incrostato di sporcizia sul fondo quando cominciamo a riempirlo di acqua limpida? Un po’ alla volta le incrostazioni si staccano… prima l’acqua è solo un po’ torbida… poi piano piano le incrostazioni si staccano e vengono a galla e quelle più grosse fanno un bel casino. Ma se noi continuiamo a far sgorgare con il rubinetto aperto al massimo acqua pulita e trasparente dentro il bicchiere, le incrostazioni traboccano e se ne vanno.

Un po’ alla volta certo. Sì, non tutte insieme, ma via via, se insistiamo se non ci lasciamo abbattere dalle incrostazioni, anche le ultime si staccano e traboccano e se ne vanno e a questo punto l’acqua è davvero pulita, trasparente e limpida. Quindi se noi non versiamo altre schifezze nel bicchiere (cosa che facciamo comunque continuamente per questo è meglio lasciare il rubinetto sempre aperto!) l’acqua sarà sempre più bella.

Queste incrostazioni sarebbero venute a galla comunque, ma probabilmente senza un processo di riarmonizzazione in atto, invece di traboccare per effetto della pulizia, sarebbero ristagnate in superficie generandone altre e avvelenando la quotidianità.

In ogni caso in entrambi i casi è importante perseverare! La cosa fondamentale è non arrendersi, non cedere a scuse più o meno reali, ma continuare e fidarsi del nostro Io superiore!

Non funziona vedi che le cose vanno addirittura peggio… lascia perdere

ci dice Lono/Uhane…

Che sa che se perseveriamo su quella strada lui stesso verrà enormemente ridimensionato.

Ridimensionamento dell’ego

Il nostro miglioramento includerebbe  infatti anche una ridimensionata a quel nostro io che si è abituato alla vita comoda, inconsapevole, quella che si riconosce nell’ineluttabilità del destino, che non vuole accettare la responsabilità al 100%. Furbetto!!

L’atteggiamento migliore che possiamo adottare dunque  è “il distacco”. Guardarci da fuori e ridere di quei mezzucci che la parte “spaventata” di  noi (piuttosto inconscia) ci procura guai, figuracce, inadeguatezze, ritardi, dimenticanze e pasticci.

Guardiamola come faremmo con un cucciolo che ancora “non sa”, ma poi andiamo avanti.

Resistenza dello stato di comfort impara ad accettare

Questi momenti sono strani, sono un’intercapedine tra due stati, un passo avanti e due indietro, ma lasciamo fluire, non diamo peso e corpo a quegli episodi, pensieri e “mali di pancia”, nel modo che “loro” vorrebbero. Stacciamoci, guardiamoci e guardiamo il tutto dall’alto e inviamo Amore, una bella dose massiccia di Amore senza aspettative, ma paziente e colma della saggezza che ormai abbiamo.

Conta tutto questo percorso, le memorie che si formeranno diverranno parte di noi, della nostra tenacia, perseveranza, sostanza e forza. Questo diventerà il nostro valore e la nostra autostima, e si trasformerà nella responsabilità al 100% voluta, cavalcata, condotta dove vorremo noi perchè finalmente in alleanza con la nostra guida interiore avremo allineato i nostri desideri al nostro miglior bene… momento magico in cui ci accorgeremo di come facilmente i nostri desiseri si materializzano.

Resistenza dello stato di comfort in ogni ambito

Amore e abbondanza Resistenza dello stato di comfort

Fai questo interessante quiz per capire qual è il tuo principale blocco (se c’è) a godere di tutta l’abbondanza di cui abbiamo diritto! Cosa ce lo impedisce? Perchè non riusciamo ancora a manifestarla? Credo sia un passo importante da fare per sciogliere gli ostacoli che ci manifestiamo!

Clicca QUI fai il quiz…

Alla fine del test un video ti darà delle indicazioni per come gestire il tuo specifico blocco!

Giovanna Garbuio

Mi chiamo Giovanna Garbuio non mi piace definirmi, ma se proprio lo devo fare direi che sono una libera pensatrice. Sono inciampata nel 2008 su ho'oponopono e l'ho subito identificato come la via per lasciar andare tutte le domande! Sono stata la prima a scrivere qualcosa di strutturato su Ho'oponopono in Italia.  Sono entrata in contatto con la cultura Hawaiana dunque, quando ancora in italiano non c'era letteratura e quella poca che c'era era per lo più fuori stampa e quindi non più disponibile.

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  1. Ciao Giovanna grazie della dettagliata spiegazione. Il mio rapporto con il denaro è da sempre altalenante ho ricordi ancora di ragazza ai primi esordi lavorativi dove per anni ho speso il denaro spesso per colmare altri vuoti.Ora con la consapevolezza da adulta ho imparato che i vuoti comunque restano ne sono consapevole ma ci vivo ,Inoltre mi e sempre stato detto che anche mio padre (che ho conosviuto per poco tempo ) avesse la stessa incostanza sebbene avesse un lavoro proficuo . .E il denaro per me è sempre una presenza incostante allo stesso modo . Allora mi chiedo dove devo lavorare sulle memorie mie o sulle memorie riguardo a mio padre ? Sempre se è questo il modo .grazie baci !!

    1. Certo Paola… il modo è questo! Lavora sull’efetto che ti procura disagio (incostanza con il denaro) e lascia al divino il compito di capire quali sono le memorie che l’hanno generato… e sopratturro non demonizzare l’effetto cu cui lavori <3

  2. Buonasera Giovanna,
    questa riflessione sulla difficoltà del cambiamento sembra scritta apposta per me, questa sera. Mi sono avvicinata all’Hoponopono l’estate scorsa, avevo due problematiche difficile da risolvere, una delle quali legata al lavoro troppo distante da casa ma la legge di attrazione non funzionava, mi creava ancora più ansia perchèci pensavo troppo, non operavo il distacco e non mi affidavo al Divino.
    Con l’hoponopono ho iniziato un percorso, per cui la richiesta giornaliera di trovare un posto di lavoro più vicino a casa non era più un’ossessione ma lasciavo al Divino di decidere il meglio per me. Un paio di settimane fa è arrivata una proposta di lavoro a circa 3 Km da casa, contro i 45 km…una sorta di miracolo!! Subito dopo però è subentrata l’indecisione, data appunto dalla difficoltà di affrontare il cambiamento, tanti i dubbi e in alcuni casi sono stata tentata di non accettare la nuova opportunità lavorativa..e se non avesse funzionato? Se si fosse rivelato un lavoro meno importante, o noioso? Dopotutto avrei lasciato un lavoro di responsabilità, si ma con tante grane e lontano da casa. Ho lasciato fare al Divino ed ho deciso di accettare. Ma ogni tanto ho ancora qualche incertezza e le tue parole ancora una volta mi hanno fatto capire che ha davvero agito il Divino e che devo proseguire con coraggio e con amore.
    Grazie di tutto e spero tanto che tu venga a Torino per un seminario.

  3. Ciao Giovanna, col denaro ho sempre avuto un rapporto strano, non dando importanza ad esso, ma allo stesso tempo desiderando una vita senza problemi. So che l’artefice sono solo io, non dando spazio al mio sentire.il lavoro che svolgo non mi gratifica, mi piacerebbe dedicarmi alla fotografia mia grande passione.E poi devo smettere di arrabbiarmi,è di farmi travolgere dalle emozioni, mi sto osservando, però alcune volte ricado in comportamenti deleteri. È parecchio difficile abbandonare atteggiamenti che arrivano in automatico.Grazie

    1. Beh Robi… tu non ci crederai, ma già aver indiviiduato quali sono gli scogli non è una cosa da moltissimi! Avanti tutta

  4. Ciao Giovanna, condivido che l’universo sia abbondanza ma che la ricchezza interiore si rifletta all’esterno mi lascia perplessa! Conosco o vedo tanta gente ricca, che ha tutto …. casa soldi ecc. ecc.
    E di ricchezza interiore molto poca. Leggere i tuoi articoli mi è stato molto utile, perché mi hai dato la spinta a lavorare con costanza sui blocchi che sento e provare a seguire i miei sogni con amore e gratitudine! Spero diventino realtà al più presto? grazie per le risorse che condividi con noi Giovanna

    1. Carissima Elena… io o tu non possiamo in nessun modo sapere quanta ricchezza interiore ha qualcun altro e come la ricchezza di qualcun altro rispecchi la sua interiorità (ci sono almeno14 modalità divere con cui la nostra realtà ci riflette!) Un abbraccio gigante!

  5. Ciao Giovanna… ?…. Tutto davvero molto interessante… Ma…. Trovo molto difficile dare quando non si ha….(parlo di beni materiali…)….. Penso sia una “lavoro” introspettivo faticoso… E cmq lungo…..ma mi piace molto questa filosofia di vita…. E mi piace soprattutto l idea di farla mia un “domani”… Senza fatica?…..

    1. Abbiamo sempre qualcosa da dare senza sforzo… un sorriso, un abbraccio, una parola gentile, il nostro tempo… un aiuto pratico e concreto a chi ne ha bisogno. Materiale non significa per forza denaro =D

  6. Ciao Giovanna i tuoi video li ho visti quasi tutti su You tube. Sono interessati ma faccio fatica ad applicare le soluzioni al mio problema.

  7. Ciao Giovanna, il mio rapporto col denaro al momento è scarso soprattutto in questa emergenza che dobbiamo stare a casa ,ho sempre fatto lavori rapportati al pubblico e mi è sempre piaciuto nei panifici dopo i figli ho dovuto cambiare e fare pulizie grazie per i tuoi consigli utili e grazie per i tuoi video faccio ogni giorno ho’oponopono. Aloha Alessandra

  8. Ciao Giovanna,
    è da poco che ti seguo e sono allo stato iniziale di fare mio il pensiero opposto a quello cui ero abituata ad affrontare la vita.
    Sapere che il fuori è il riflesso di come siamo dentro…da parte mia…è già un bel “wooow” in quanto proprio non me n’ero accorta. La presenza costante è un altro wooow perchè ho notato quanto non lo fossi…..e per il denaro bhe risulto che sono in armonia dentro ma non lo so; in pratica credo che dentro so già tutto su come vorrei la mia vita ma non riesco del tutto a metterlo in pratica perchè mi manca quell’equilibrio corpo mente spirito per sentirmi sempre in pace.
    Non posso di certo dire che solo con la lettura io abbia appreso tutto…. ma già il cambio di paradigma, o semplicemente una visione nuova della vita….è un inizio.
    D’altronde da qualche parte tocca iniziare… e sono contenta di farlo con le tue letture….
    Ora sta a me metterle in pratica….per arrivare davvero a essere chi sono veramente!
    Grazie

    1. Arianna datti tempo… ma se perseveri sulla strada su cui ti sei messa, ne vedrai delle belle! Io una mattina mi sono svegliata e mi sono accorta … che tutto era andato a posto oltre ogni mia più rosea “aspettativa”! <3

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