Giovanna Garbuio

Articolo di Maka’Ala Yates traduzione a cura di Giovanna Garbuio

Un sano sudore

La rivitalizzazione di un’antica pratica hawaiana in una forma moderna

 La capanna sudatoria Hawaiana
La capanna sudatoria Hawaiana

La Guava per costruire la capanna sudatoria Hawaiana

La Guava è una perfetta risorsa moderna: non solo la guava verde è forte e flessibile, ma è anche una pianta non autoctona e invasiva. Il diradamento della guava è effettivamente benefico per la foresta.

I raccoglitori incorporano oli e pule (canti e preghiere) nel loro lavoro e lasciano ho’okupu (offerte) a base di erbe avvolte in foglie di Ti per una nuova crescita .

I raccoglitori tagliano varie lunghezze di guava, assemblandole fino ad ottenere la dimensione di una corda, le liberano dalle foglie, le avvolgono e le portano giù per la montagna.

I luoghi di raccolta negli ultimi anni hanno spaziato da Ma’alaea, a Kihei, a Hana, a Kapalua.

La capanna sudatoria Hawaiana di kumu Maka’Ala Yates

Nel 2005, Kumu Maka’Ala Yates ha costruito una grande capanna sudatoria Hawaiana per la Celebration of the Arts al Ritz-Carlton a Kapalua, per dimostrare la natura benefica del vapore a una sezione trasversale più ampia di persone.

“Gli hawaiani, ovviamente, usavano il ‘sudore’ come un modo per purificare e guarire. Tuttavia, la loggia non faceva necessariamente parte del trattamento. Il dottor Maka’Ala Yates ha ampliato la pratica del sudore in modo che l’hawaiano contemporaneo abbia l’opportunità di sperimentarlo a un livello diverso”

Clifford J. Nae’ole, consulente culturale hawaiano del Ritz-Carlton, Kapalua

A kumu Maka’Ala Yates ci sono voluti anni per elaborare il progetto finale della hale. Ora usa una struttura di 12′ per 12′ con una parte superiore a cupola.

Ho'oponopono con Maka'ala Yates
Kumu Maka’Ala Yates

“Tutti i bastoncini di guava si incrociano in alto, creando una stella. Lo chiamo hokule’a (stella della gioia). Le dimensioni hanno a che fare con le dimensioni della frequenza nel corpo umano. I 12 posti rappresentano le 12 frequenze nell’universo”

Maka’Ala Yates

La struttura della capanna sudatoria Hawaiana

I pali sono legati insieme con spago a sezioni trasversali e l’intera struttura è ricoperta da strati di stuoia lau hala, mantenendo l’interno scuro.

Pietre porose che rappresentano Pelé, la dea del vulcano, vengono riscaldate in un imu esterno e portate all’interno una alla volta. L’acqua versata sulle rocce calde crea un vapore denso nell’oscurità.

Il buio di Po, come potenzialità di conoscenza

“Quando entri in un hale pulo’ulo’u, è buio. I nostri anziani credevano che tutta la conoscenza provenisse da Po, che è buio, notte. Alcune persone possono avere paura di Po – mettono in relazione Po con il male – perché hanno paura di non sapere. Ma da Po nasce la vita, non il contrario. Sei illuminato. Sarai ripulito dalle impurità fisiche e mentali”

Taua

La capanna sudatoria Hawaiana di guarigione

Mentre il vapore fa il suo lavoro di guarigione, i partecipanti cantano in hawaiano, condividono storie o si siedono in meditazione silenziosa.

“Seguiamo semplici protocolli. I canti sono semplici canti di potenziamento, solo per l’unità. Si tratta di condividere e sostenersi a vicenda. Non si tratta di religione, solo di spiritualità”

Maka’Ala Yates

Questo è un periodo di tempo molto importante per questo tipo di guarigione. La guarigione hawaiana sta vivendo una rinascita. È una parte importante della nostra cultura e spetta a noi riconquistare la nostra autostima, il nostro centro. Una capanna sudatoria era solo un “conosciuto nascosto” nella nostra cultura, fino ad ora.

Articolo originale: https://www.mauimagazine.net/hawaiian-sweat-lodge/3/

Giovanna Garbuio

Mi chiamo Giovanna Garbuio non mi piace definirmi, ma se proprio lo devo fare direi che sono una libera pensatrice. Sono inciampata nel 2008 su ho'oponopono e l'ho subito identificato come la via per lasciar andare tutte le domande! Sono stata la prima a scrivere qualcosa di strutturato su Ho'oponopono in Italia.  Sono entrata in contatto con la cultura Hawaiana dunque, quando ancora in italiano non c'era letteratura e quella poca che c'era era per lo più fuori stampa e quindi non più disponibile.

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