Recensione per LibriLiberi di Giovanna Garbuio
La Fessura tra i mondi è un libro di Francesco Giacovazzo
La Fessura tra i mondi
Da dove siamo partiti?
- Che cosa veniva insegnato nelle antiche scuole esoteriche?
- Quali sono i segreti celati sulla natura di Dio?
- Come è fatta la realtà?
- Esistono altri mondi oltre quello percepito dai sensi?
- E noi possiamo accedervi?
- Possiamo davvero manipolare la nostra “linea del tempo”?
- E qual è il nostro vero destino di esseri umani?
Un articolo di Francesco Giacovazzo
A queste domande risponde “La Fessura tra i mondi”, il nuovo attesissimo libro di Francesco Giacovazzo che, continuando il percorso dei suoi precedenti libri, prosegue la sua opera di restaurazione degli antichi misteri.
Ciò che fino a poco tempo fa era ritenuto accessibile solo ad una ristretta cerchia iniziatica, adesso, grazie soprattutto alle nuove scoperte della fisica quantistica e dell’epigenetica, diviene appannaggio del serio ricercatore spirituale che si trova ad affrontare forse la sfida più difficile del millennio: uscire dalla superstizione e del conoscere ed entrare nell’era dell’ Essere e della consapevolezza.
Stiamo attraversando un periodo di transizione dove sciamanesimo, yoga, alchimia, ermetismo e scienza stanno convergendo tutte insieme a dispiegare la dimensione mistica dell’essere umano che assurge a riconoscersi come un aspetto di quell’ intelligenza universale creativa che ci trascende, ci attraversa e che si manifesta e si consapevolizza attraverso di noi.
Tutto è Uno e io Sono
Nel momento in cui si supera la separazione tra l’osservatore e l’ osservato, il tempo viene trasceso e tutto diviene accessibile; nemmeno la morte appare come un fatto definitivo ma come un portale da attraversare per raggiungere le altre dimensioni di sé.
Allora ciò che consideravamo angeli, spiriti guida, maestri ascesi, alieni sono parti evolute di noi che già esistono come tracce nella grande matrice dell’universo e a cui possiamo accedere senza uso di sostanze psicotrope o viaggi astrali ma solo allargando il modello della nostra coscienza.
Basta lasciarsi guidare, all’inizio, dall’ intento di ricordare chi si è e si è dimenticato di essere: così si apre la via.
Poi una volta superata l’illusione del tempo, la mente cambia, si amplia, si libera da limiti che si era posta per superarsi, fino a quando ciò che prima era considerato fuori e lontano diventa imminente e interiore.
Allora tutto è compreso qui, in questo momento e non si deve più cercare o conquistare ma permettere e realizzare.
Qui incomincia la libertà.
C’era una volta un alchimista che aveva dedicato la sua vita alla ricerca della pietra filosofale: la rara pietra che aveva ilpotere di trasformare in oro ogni oggetto di ferro che toccava.
«Cercherò tutte le pietre della terra, una dopo l’altra, e troverò alla fine quella filosofale!», pensava.
L’alchimista si era cinto i fianchi con una catena di ferro e aveva cominciato a toccarla ogni volta che trovava una pietrasul suo cammino. Ovunque andasse, appena vedeva unapietra per terra, la prendeva e con essa toccava la sua catena.Quel gesto era diventato tutta la sua vita.
Passarono gli anni, l’alchimista aveva girovagato per tutto il suo continente e il suo corpo era invecchiato, i capelli diradatie imbiancati, la vista si era sfuocata e le labbra si erano serrate come le porte chiuse del suo cuore, ma lui continuava a vagare in cerca della pietra magica.Tutti quelli che lo conoscevano ormai lo credevano pazzo.
Girava sempre con la testa bassa a toccare ogni sasso che gli capitava sotto i piedi. Era diventato vecchio l’alchimista e glicapitava di addormentarsi su una panchina, o su qualche spiaggia lungo il cammino.Un giorno, fu risvegliato da un ragazzo mentre si era appisolato su una roccia vicino al mare. «Tutto bene?» chiese il ragazzo. Il vecchio si riscosse e gli sorrise; aveva solo una gran sete! Il ragazzo gli porse la sua borraccia e dopo averlo dissetato gli domandò: «Dimmi nonnino, dove hai trovato questa catena d’oro che ti cinge la vita?».
L’alchimista trasalì: la catena, che una volta era di ferro, era proprio diventata d’oro e splendeva sulla sua cintura!Non era un sogno, ma quando era avvenuto questo mutamento?Si colpì con violenza la fronte: dove, oh dove, senza saperlo, aveva raggiunto la sua meta? In quale momento, in quale situazione era riuscito nel suo intento?Si era ormai talmente abituato a raccogliere pietre e toccare con esse la catena, e poi a gettarle via senza guardare se la «trasformazione» fosse avvenuta o meno, da non essersi reso conto dell’accaduto.
Così il povero alchimista aveva trovato la pietra filosofale, e l’aveva perduta.Il sole calava a occidente, il cielo era d’oro, e l’alchimista tornò indietro per cercare di nuovo.
Ma dopo pochi passi si fermò e capì che la ricerca stessa gli aveva impedito di cogliere l’evidenza sotto i propri occhi.Sorrise, ripensò al ragazzo e andò a cercare lui. Non fu difficile trovarlo. Era lì a giocare nella spiaggia dove si erano incontrati.
Quando lo vide gli consegnò la suacatena d’oro dicendogli:«Ogni volta che desideri qualcosa, o senti che ti manca qualcosa, stringi questa catena tra le tue mani e guardati attorno: ciò che ti serve si trova proprio dove sei ora. Dio è pronto sempre a consegnare ciò che gli chiediamo, siamo noi che non ci facciamo mai trovare!”
dal libro La Fessura tra i Mondi
La Fessura tra i mondi di Francesco Giacovazzo
Con la prefazione di Selene Calloni Wiliams
“Il libro di Francesco Giacovazzo ti trasporta, con l’onda dolce della narrazione, nell’Opera magica, dove non conta ciò che la tua mente presume di sapere, né ciò che essa riconosce di non sapere, ma unicamente ciò che ami”.
Selene Calloni Williams