Gestire la sofferenza dal pensiero di
- Fabio Marchesi
- Jeff Foster
- Carlo Dorofatti
Gestire la sofferenza

L’inconsapevolezza non è una colpa
Sono contrario al concetto astratto di “pensiero positivo“. Credo che il vero pensiero positivo possa essere solo la naturale conseguenza di una maggiore consapevolezza che va conquistata.
Dire a una persona che soffre che la sua sofferenza è causata solo dal suo atteggiamento mentale o che le ragioni stesse alle quali lei attribuisce la sua sofferenza, non sono altro che l’effetto del suo atteggiamento mentale, può solo farla arrabbiare ancor più di quanto sia già. E non l’aiuterà certo a gestire la sofferenza.
Anche perchè se lo avesse saputo e ne fosse stata consapevole, probabilmente non starebbe soffrendo.
Anche dire a chi soffre che la sofferenza è dovuta solo ad un errore di interpretazione della realtà non è, per lo stesso motivo, di grande aiuto.
Tutto ciò è assolutamente normale, è il modo normale in cui la mente di chi soffre interpreta e reagisce alla realtà che vive e nei riguardi della quale non riesce ad avere una consapevolezza più ampia, se non quella del proprio dolore, della ricerca di una causa e quindi di una soluzione ad esso.
Ma è proprio in queste circostanze che si crea la possibilità di produrre informazioni costruttive estrememente importanti. E’ proprio in queste circostanze che si crea la possibilità, anche per il campo mentale, di sperimentare come tutto ciò che si vive, come lo si vive, non è altro che l’effetto del proprio modo di porsi nei riguardi della vita.
Ci vuole un grande coraggio per gestire la sofferenza
E’ proprio in tali circostanze che si crea la possibilità per il proprio essere di divenire migliore, per la propria Anima di evolvere. Cambiare atteggiamento in tali circostanze richiede un grande coraggio, richiede la forza di non avere più paura.
Ogni volta che qualcuno fa una cosa qualsiasi a lui nuova, alla quale non è abituato e fuori dai propri schemi mentali, deve dimostrare un grande coraggio (resistenza dello stato di comfort n.d.r.).
Ma se riesce a farlo, iniziando a pensare in modo costruttivo, può conquistare un istante di serenità, un momento di pace. Qualsiasi cosa sia accaduta o stia accadendo, diviene capace, nonostante la mente, di scelte costruttive e di “miracoli”.
Si scopre come quella che poteva sembrare una cosa difficilissima o impossibile, è in realtà (quando si riesce a sentire e a seguire la propria Anima, anzichè cadere continuamente nelle trappole della mente) la cosa più naturale giusta e spontanea.
Partire senza timore aiuta a gestire la sofferenza
Tanto vale “rimboccarsi le maniche” e partire senza più timore. Anche perchè quale che sia l’impegno dell’esperienza che ti trovi ad affrontare, se ti è accaduta è perchè è alla tua portata. Questa è una regola fondamentale dell’evoluzione dell’uomo.
Ma se soffri, la fatica che dovrai fare sarà enormemente superiore e ti potrà apparire insopportabile.
Un’apprendista aquila che ambisce a volare molto in alto, impara a decollare andando contro vento. Sono solo i polli che per sollevarsi un poco da terra stanno fermi ad aspettare un colpo di vento.

Fabio Marchesi – La fisica dell’anima
Gestire la sofferenza
E proseguiamo cone queste Parole sciamaniche di guarigione liberamente tratto da una riflessione di Jeff Foster sul gestire la sofferenza

Gestire la sofferenza secondo Jeff Foster
Allora quando
- Il tuo cuore è veramente distrutto, dolorante, spezzato
- Un profondo e antico senso di disperazione è improvvisamente vivo nella tua pancia, nel tuo petto e nella tua gola
- Ti senti perso e solo e lontano da casa,
- Senti di aver perso qualcosa che è prezioso per te
- Vorresti solo chiuderti dentro casa e buttare via la chiave
- Stai soffrendo e hai bisogno solo di Amore e comprensione
Quindi cerchi sostegno, compassione, solidarietà, aiuto. E parli con una persona spirituale, un ricercatore dell’energia, un insegnante, un guaritore, un guru, un coach, un ‘esperto‘ di qualsiasi tipo. E questi ti dicono molto amorevolmente e con profonda convinzione, solo per il tuo bene, che tu
- Magari stai giocando alla vittima
- O forse ti sei perso nel tuo ego
- Probabilmente dovresti essere invulnerabile alle frecce del mondo
- Sicuramente la tua vibrazione è troppo bassa
- Forse dovresti immediatamente “lasciar andare” o “rilasciare il tuo dolore“
- Evidentemente hai “attirato” tutto questo attraverso una vita difettosa
- Certamente sei debole e poco evoluto e ignorante
- Facilmente la tua sofferenza è illusoria e irreale
- Chiaramente la consapevolezza pura non soffre mai e se soffri sei bloccato nella separazione
O altre saggezze inconfutabili di questo tipo … Per favore, amico, fai un picere a te stesso, a loro e a tutta l’umanità. Usa senza trepidazione, con convinzione e gioia questa parola molto speciale, illuminata, magica, risolutiva. Una potentissima parola sciamanica di guarigione, di profondo Amore, di condivisione e invlicabile protezione
“VAFFANCULO!”
Jeff Foster

Gestire la sofferenza con parole sciamaniche di guarigione

Sono argomenti molto delicati e si rischia poi di banalizzare. Oggi anche sta girando molto un concetto secondo me molto delicato. Si sente molto insistere sul concetto di responsabilità per cui ognuno di noi è totalmente artefice della propria vita. E’ vero! Certo!
Possiamo ammetterla come ipotesi per cui tutto quello che mi circonda non è altro che una proiezione della mia mente, del mio carattere di ciò che io sono. Quindi se desidero dei cambiamenti nella realtà lavorando su me stesso è lecito suppore che di riflesso sulla realtà si producano determinati cambiamenti.
Però bisogna fare attenzione perché noi siamo comunque all’interno di una realtà molto complessa. A volte anche insistere o ridurre il discorso al fatto che “se sei ammalato è colpa tua”… Non tutti da questa informazione traggono la forza per dire “allora se l’ho fatto io posso anche disfarlo”! Molti dicono … “Ah! Pure… sticazzi!”
Carlo Dorofatti
Naturalmente attenzione!
Con questo non sto dicendo che quelle affermazioni e quei concetti, in linea di principio, non siano veri. Certo che sono veri, ma noi dobbiamo sempre tenre conto di tutto.
C’è una prospettiva ideale e una prospettiva pratica, non possiamo distinguere tra una e l’altra, sono vere entrambe. Idealmente possono essere validi (veri) dei concetti, ma prescindere dall’ambiente in cui viviamo, la cultura in cui siamo immersi, la nostra storia, la condizione umana incarnata e molteplice, la situazione contingente specifica, li rende inutili, o falsi come ci insegnano magistralmente gli Hawaiani.
La verità è vera quando è efficace. Se dire certe cose a qualcuno ha siolo l’effetto di farlo incavolare a dismisura, o di farlo precipitare in uno sconforto ancora più abissale… bè qualunque verità cessa di essere vera e noi ci meritiamo di essere mandati a quel paese!
Dal pianeta Terra all’occhio del ciclone
Ho in tasca tutte le informazioni, ho il libretto delle istruzioni, ma mi scappa di mano nell’Uragano…
Jovanotti
In ogni caso la questione è completamente un’altra. Non possiamo dire a chi è nell’occhio del ciclone che è tutta “colpa” sua! Anche se paradossalmente è vero! Non lo possiamo fare in questo modo perchè è tutto meno che compassionevole. E inoltre principalmente non sarà efficace! L’antica saggezza sa che “est modus in rebus“! Detto da una come me che dice le cose in faccia anche troppo…
Le cose bisogna prima di tutto SAPERLE (dove sapere significa aver sperimentato sulla propira pelle). Quindi saperle dire e dirle al momento giusto e nel modo giusto. E aggiungerei anche con la necessaria competenza e sensibilità. Non farneticando per sentito dire come si sente troppo spesso. La superficialità spesso conduce al fanatismo che degenera ulteriormente nella superstizione. Niente di utile dunque!
Tutto questo eventualmente io lo posso sapere solo per me! Se lo dico a qualcun altro, fuori luogo e fuori contesto, mi merito solo e soltanto un sonoro e ben scandito vaffanculo!
Ho inteso che questo fosse il senso delle parole di Fabio Marchesi, di Jeff Foster e di Carlo Dorofatti! Prendere una posizione chiara (e questo comunque era il mio intento) nei confronti dei troppi saggi dell’ultimo secondo sigh! Che poi come sappiamo ormai tutti bene, è comunque tutta mia responsabilità!