Gesù e Barabba – 2 figure in una
Gesù e Barabba
Chi erano Gesù e Barabba?
- Chi era Gesù?
- Il Gesù che deriva dalla catechesi cristiana, quel personaggio amorevole, ma allo stesso tempo perentorio e intransigente che ci è così familiare, è davvero esistito storicamente?
- Gesù Cristo è una realtà storica o un archetipo ancestrale?
La figura che appare così come l’abbiamo conosciuta è quella di un mite falegname con un carattere regale e una saggezza sacerdotale e un temperamento rivoluzionario. Una figura quantomeno contraddittoria o comunque decisamente poliedrica, così come appare nella sua integrità.
Ci è sempre stato detto che Gesù, quel Gesù, è vissuto storicamente (proprio lui) circa 2000 anni fa con tanto di documentazione storica (che però, noi gente comune, molta della quale non ha nemmeno mai letto integralmente i vangeli, non abbiamo mai verificato o approfondito).
Ma allo stesso tempo è ormai noto e acquisito che il racconto biografico di quel Gesù ricalca profondamente le orme dell’allegoria solare, dagli avatar misterici della cultura ellenistica. Gesù dunque è una leggenda costruita sui miti pagani che da essi si discosta come salvatore resuscitato dell’umanità peccatrice o è una figura storica sugli insegnamenti del quale è stata fondata una nuova religione millenaria? Insomma un bel po’ di contenuti tutti indistricabilmente intrecciati assieme.
Gesù e Barabba come li descrivono i vangeli
Leggendo e rileggendo e rileggendo attentamente i vangeli canonici la sensazione più evidente e riconoscibile era quella di assistere all’intreccio di due storie diverse, quelle di due protagonisti con caratteristiche e finalità diverse, fusi assieme verso un obiettivo dottrinale comune.
Nel racconto evangelico a volte emerge l’uno, altre volte sale in primo piano l’altro, come se ci fossero in una sola persona due figure, una politica del condottiero rivoluzionario e una sacerdotale del predicatore saggio e illuminato. Altre volte le due entità convivono forzatamente con contemporanei atteggiamenti dell’uno e dell’altro.
Per quanto riguarda la figura politica in questione rimando all’articolo precedente che a mio avviso affronta la questione in maniera piuttosto approfondita e credibile, per quanto rimanga del tutto ipotetica e teorica, basata su indizi e non su prove certe e documentate, come del resto ogni altra ipotesi su Gesù. Ma in ogni caso la figura di Giovanni di Gamala, non riesce a completare la figura del Gesù dei vangeli.
Forse l’arcano però viene svelato, ovviamente in maniera sempre criptica, già dentro i vangeli canonici stessi, senza bisogno di ricorrere alle testimonianze degli scritti apocrifi o gnostici, che comunque non sono in contrasto (anzi tutt’altro) con questa ulteriore teoria che vi propongo.
Gesù e Barabba nei testi più antichi
La vicenda di Gesù e Barabba, analizzata nei testi più originali che abbiamo a disposizione ci fornisce abbastanza esplicitamente la soluzione al rompicapo: ci sono due Gesù!
- Il primo era il rivoluzionario zelota, nazireo, della famiglia degli Asmonei, pretendente al trono di Israele per diritto di sangue. Quel Messia o Cristo (entrambi i termini significano l’unto, il consacrato sia in senso regale che sacerdotale, ma comunque terreno) che aveva l’intenzione e l’obiettivo di liberare il popolo ebraico dall’oppressione romana, restaurando il regno d’Israele, qui in Terra, precisamente in Palestina, di cui lui era l’erede legittimo, conosciuto come Yeshua il Nazireo.
- Il secondo era un uomo di estrazione diversa, forse anche figlio di un falegname, figura per nulla umile o povera a quel tempo, di alta cultura, sicuramente di formazione sacerdotale, probabilmente facente capo agli Esseni conosciuto come Yeshua Figlio di Dio.
Un uomo colto dunque, che attraverso la comunità degli Esseni aveva avuto modo di entrare in contatto con la filosofia ellenica e facilmente anche con la dottrina induista e che aveva elaborato un suo percorso di salvezza interiore che divulgava. Si proclamava figlio di Dio, non in senso di unicità, ma perché ogni uomo è figlio di Dio, tanto da chiamarlo (nel giardino del Getsemani) affettuosamente “Abba” (papà) e su questo poneva l’accento.
Yeshua Barabba
Costui dunque era conosciuto come Yeshua Barabba (aramaico בר-אבא, Bar-Abbâ, letteralmente “figlio del padre”). Nel vangelo più antico di Marco (IV secolo d.C.) quel Barabba che ebbe una parte importante nel processo a Gesù viene nominato precisamente come “Yeshua Bar-Abba”.
Cosa confermata anche da Origene che testimonia che in molti manoscritti dei Vangeli fino al III secolo, l’uomo in questione veniva chiamato Gesù Barabba. E questo Yeshua Barabba è quello che la folla, interrogata da Pilato su chi dei due giustiziare, libera.
Lo stesso papa Benedetto XVI nel suo “Gesù di Nazaret” afferma che Barabba era una figura messianica. La scelta tra Gesù e Barabba è una scelta tra due figure messianiche diverse, ma complementari.
Per inciso il termine Gesù o Yeshua signifca “Salvatore” … Perciò i due diventerebbero “Il Salvatore figlio di Dio” e “Il Salvatore Cristo, l’eletto”
Gesù figlio del Padre
La scelta è quindi tra un Gesù Cristo Nazireo a capo di una lotta armata contro il sistema, che promette la libertà (in Terra) al suo popolo attraverso la restaurazione del suo regno (in Terra), il Salvatore del popolo ebraico, e un secondo Gesù figlio del Padre che divulga la via di accesso al regno del Padre (nei Cieli o dentro di noi), come strada verso la libertà interiore: il Salvatore dell’essere umano.
Ma nei vangeli canonici le due figure vengono invertite.
Gesù Cristo Nazireo viene mostrato nell’attuale traduzione del Nuovo Tetsamento come il predicatore ingiustamente condannato alla crocifissione (pena riservata esclusivamente ai reati politici), e Gesù Barabba è lo Zelota, “brigante”, sovversivo politico, salvato dalla condanna dal volere popolare.
Ma alla fine una figura scomparirà e l’altra sopravvivrà o forse si fonderanno insieme per dare vita a Gesù Cristo Nazareno, il Messia dell’Umanità dei vangeli.
Barabba nei vangeli canonici
I vangeli presentano la vicenda di Gesù e Barabba con forti sfumature diverse.
Marco nella versione greca del IV secolo d.C. ci dice che:
“Avevano a quel tempo un prigioniero famoso Gesù Barabba. Il quale era stato messo in carcere nell’occasione di un tumulto avvenuto in città e di un omicidio. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Gesù quello [chiamato] Barabba o Gesù quello chiamato Cristo?»”.
Matteo afferma (27,16)
“Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba “il quale era stato messo in carcere in occasione di una sommossa scoppiata in città e di un omicidio”.
Luca dichiara (23,18 19)
“Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio”.
E infine per Giovanni (18,40),
“Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante”.
La storia di Gesù e Barabba
La storia come noi la conosciamo narra che Ponzio Pilato (che storicamente non è nemmeno certo fosse in servizio a quel tempo) costretto dal sinedrio a prendere una decisione riguardo alla situazione di Gesù Nazareno, cerca tutte le scappatoie per evitare di condannarlo.
E già questa narrazione è completamente inverosimile.
Il sinedrio per reati contro la religione aveva pieno potere di giustiziare i colpevoli autonomamente senza coinvolgere i romani. Perciò se Gesù Nazareno fosse stato effettivamente accusato di un reato contro la religione, il sinedrio non avrebbe avuto nessun bisogno di coinvolgere l’autorità romana, avrebbe potuto giustiziarlo liberamente attraverso la lapidazione
Cosa che è accaduta innumerevoli altre volte ed è testimoniata anche all’interno del nuovo testamento. Anche se nei vangeli si fa affermare (contro la verità storica) ai sacerdoti del sinedrio proprio il contrario:
“A noi non è consentito mettere a morte nessuno”
Giovanni 18, 31
Incongruenze su Gesù e Barabba
La crocifissione invece era un tipo di esecuzione che veniva riservata agli accusati politici e che (questa sì) veniva decretata solo dall’autorità romana. Ma diamo pure per acquisito che Pilato fosse in attività in quegli anni e che avesse accettato di fare da intermediatore per il sinedrio, per quanto tutta la vicenda appaia come un assurdo pasticcio giudiziario in cui Pilato si sarebbe lasciato trascinare dagli ebrei, un’altra cosa assolutamente inverosimile è quella che per la Pasqua i romani liberassero un prigioniero politico.
Questo è un fatto insostenibile che non è testimoniato storicamente da nessuna parte e che non è assolutamente credibile. Tant’è vero che gli stessi vangeli cadono in contraddizione tra loro: in base ai Vangeli sinottici questa era una consuetudine del prefetto romano, invece secondo il Vangelo di Giovanni era una consuetudine ebraica. Nessuna testimonianza in questo senso, nè in una direzione nè nell’altra, ci giunge dagli storici dell’epoca.
In ogni caso fosse anche possibile che questa fosse stata una tradizione che esiteva (???), come avrebbe mai potuto Pilato liberare Barabba, condannato a morte con un’accusa politica (secondo i racconti evangelici), quindi reato contro l’impero romano e come tale di sua competenza, e mandare alla crocifissione (pena esclusivamente riservata ai reati politici) Gesù Nazareno con un’accusa religiosa di competenza esclusiva del Sinedrio, reato che per la legge romana non era nemmeno considerato un reato e men che mai poteva essere punito con la crocifissione?
E se Gesù e Barabba fossero al contrario?
E’ molto probabile invece che le cose siano andate al contrario, ossia che l’accusato del reato politico fosse quel Gesù Cristo Nazireo che poi effettivamente è andato al patibolo. Mentre Gesù il figlio di Dio (Bar-Abba) sia stato rilasciato. Ma la dottrina Paolina da cui la redazione dei vangeli canonici deriva, aveva bisogno della crocifissione del predicatore, per farlo poi risuscitare e realizzare così quella “Teologia delle croce” che è divenuto il perno attorno a cui ruota tutta la dottrina di redenzione e espiazione del successivo Cristianesimo.
Estratto tratto dal video di David Donnini
In quanto alla Resurezione
Nella letteratura cristiana (non canonica naturalmente) ci sono giunti diversi vangeli (Tommaso, Maria, Giuda, Giacomo, della Verità, Egiziani…) in cui non c’è accenno alla crocifissione e tantomeno alla resurezione. Questo ci fa capire che passione, crocifissione e resurezione non danno nessun ulteriore apporto al messaggio contenuto in questi scritti.
Il messaggio di questi scritti riguarda una via di realizzazione interiore, che non ha bisogno di sofferenza e “sacrificio espiatorio” per raggiungere il suo scopo, ma riguarda invece un lavoro su di sè, per conoscere e riconoscere la propria Natura. Concetti che si rifanno evidentemente alle concezioni iniziatiche orientali e al Buddismo.
Il Maestro Gesù è un essere che ha fatto esperienza diretta di ciò che condivide, esternando la conoscenza profonda del mondo spirituale e delle sue potenzialità.
In altro ambiente “religioso” troviamo scritto nel Corano: “…e dissero: «Abbiamo ucciso il Messia Gesù figlio di Maria, il Messaggero di Allah!». Invece non l’hanno né ucciso, né crocifisso, ma così parve loro. Coloro che sono in discordia a questo proposito, restano nel dubbio: non hanno altra scienza e non seguono altro che la congettura. Per certo non lo hanno ucciso…” Corano Sura IV, 157
Tutte queste incoerenze inconciliabili ci fanno capire che ciò che è narrato nei Vangeli non è un fatto storico (vicenda che per altro in molti vangeli gnostici e apocrifi non compare proprio), ma si tratta invece di una parabola dottrinale in cui il protagonista doveva risultare estraneo alla lotta politica contro l’Impero. Per questo motivo le figure dei due Gesù, pur individuate nella vicenda del processo, sono state invertite. Ma rimane il fatto che si tratta di una parabola e in quanto parabola è perfettamente accettabile la fusione di due personalità diametralmente opposte, ma allo stesso tempo complementari, per la costruzione di quella figura necessaria quale roccia angolare su cui costruire la chiesa.
Gesù e Barabba due Messia
Secondo la tradizione esseno-zelota testimoniata nelle scritture gnostiche e apocrife, gli ebrei attendevano due Messia (Gesù e Barabba):
- il Messia di Israele (un condottiero politico che avrebbe liberato il popolo ebraico dall’oppressione romana) personalità regale,
- il Messia di Aronne (un condottiero spirituale che avrebbe liberato l’Uomo attraverso la via interiore) personalità sacerdotale.
Barabba dunque è una sorta di alter ego di Gesù Nazareno, che rivendica la stessa legittimità a re dei Giudei, in modo però completamente diverso.
In favore della parabola di Gesù e Barabba (poi sintetizzata da San Paolo nella sua dottrina) tornano anche le seguenti questioni:
1) Nei vangeli apocrifi e nelle scritture gnostiche, come abbiamo visto, Gesù non è definito nè Cristo, né Messia, né figlio di Davide, né ribelle, non compie azioni sovversive nel tempio, non se la prende con le città che non lo accolgono volentieri, non minaccia castighi, non dichiara di essere venuto a portare la spada e non la pace ecc… ma è sempre rappresentato come un maestro sapienziale che divulga la via della salvezza interiore. In queste stesse scritture non si parla né di processo, né di crocifissione.
2) Nelle testimonianze storiche latine Gesù non viene quasi nominato e certamente non viene mai affiancato all’appellativo di Cristo o di Messia, se non da Flavio Giuseppe in un passo che è stato diffusamente dichiarato falso. In ogni caso per gli storici romani la figura del Cristo Nazareno, è un ribelle che provoca tumulti. Così infatti lo descrivono (senza mai nominare il nome Gesù) Tacito, Svetonio e Plinio il giovane;
3) Nel Nuovo testamento invece Gesù è entrambe le figure. Gesù e Barabba come uno: mite e violento, caritatevole e intimidatorio, redentore dell’umanità e messia esclusivo del popolo ebraico.
Ulteriori stimoli di riflessione da Fabio Fiorina
Ovviamente quanto letto deve essere preso con le dovute cautele. Su questo tema e su quelli ad esso correlati non ci sono certezze. Stiamo argomentando di teorie basate su indizi. Si tratta di un’ipotesi, certo sostenibile, ma senza alcuna prova certa e/o documentata.
Bibliografia:
Nuove ipotesi su Gesù- David Donnini
La favola di Cristo – Luigi Cascioli
L’invenzione del Cristianesimo – Leo zen
Cristo un mito inventato – Emilio Salsi
Un uomo chiamato Gesù – Marcello Craveri
Codex Jaesus – Alessandro e Alessio De Angelis
Il grande inganno – Fabio Fiorina (questo è un romanzo, che però dà interessanti spunti di riflessione)
Grazieeeee di questo articolo veramente fatto nei minimi particolari a conferma poi degli studi di Donnini e di Biglino che da tempo parlano di questo grande imbroglio che la religione cristiana ci ha “imposto”…penso sia veramente arrivato il momento che la gente apra gli occhi!!!!!Grazie grazie grazie
Apriamo gli occhi per guardare meglio dentro 💫❤️
Grazie Giovanna *__*
Seguo da anni Mauro Biglino, e devo dire che è stato davvero illuminante. Nel tuo articolo hai sintetizzato perfettamente concetti non facili da affrontare… grazie.
E’ giusto che certe cose vengano dette, per dare la possibilità, a più persone possibili, di sapere e, di conseguenza, di continuare una propria ricerca personale, al di là dei fatti storici e dei dogmi religiosi.
Posso dirlo? Personalmente mi sento presa in giro dalla religione cattolica (e dalle religioni in genere) proprio perché costruite appositamente allo scopo di inibire la libertà personale e l’autentica ricerca spirituale.
Ovviamente rispetto la fede altrui, ed ogni opinione. Questo è soltanto il mio pensiero.
Grazie *__*
Interessante ricostruzione storica ,fa riflettere non so dire giusto quello o quest’ altro.Io sono cristiano ,la prima domanda che mi viene è che vantaggio avevano a modificare gli eventi? Visto che la prima chiesa veniva perseguitata ,dovevano nascondersi per pregare..
E l altra riguardo alla resurrezione ,il velo della Sindone inspiegabile da un punto di vista scientifico ,se non per un evento di Luce particolare.
Mi son venute queste domande…. grazie
Il vantaggio che avevano a modificare gli eventi è quello di far apparire rivelata una dottrina più o meno invece costruita a tavolino per interessi legati alla politica costantiniana. I primi cristiani erano “perseguitati” (anche qui storicamente ci sarebbero da fare alcune grosse rettifiche) come sobillatori politici non per questioni religiose: https://www.ledonline.it/rivistadirittoromano/allegati/dirittoromano14Annunziata-Nomen.pdf
Per quanto riguarda la sacra sindone anche qui non esistono prove provate che trasformino in certezza storica e documentata nessuna teoria:
https://youtu.be/QzcbNC3M-xA
https://youtu.be/MXLrjXqrWYA
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Grazie per lo stimolo all’approfondimento ☺️ ❤️