Giovanna Garbuio

Chiedere di inviarmi luce dall’esterno nel processo di Ho’oponopono, chiedere di inviarmi Luce agli altri, di inviarmi Amore, di pregare per noi, di aiutarci a guarire, a risovere i nostri problemi (o quelli di qualcuno che amiamo), è un’operazione estremamente controproducente.

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Chiedere di inviarmi luce

Chiedere di inviarmi Luce

Chiedere di inviarmi luce

Quando ci preoccupiamo di chiedere di inviarmi luce al nostro prossimo di inviarci Luce o energia o Amore per guarirci o per guarire i nostri cari, ci stiamo molto semplicemente privando del nostro potere! Io solo ho il potere di cambiare la mia realtà. Chiedere agli altri di farlo per me, chiedere di inviarmi luce, ottiene solo il risultato di deresponsabilizzarmi e inibire tutta la mia potenza.

Il primo fondamentale concetto, base portante di tutta la filosofia Ho’oponopono ,è assumersi la totale responsabilità per la manifestazione della nostra realtà. E’ qui che è contenuto tutto il nostro grande potere. Chiedere di inviarmi luce va nella direzione opposta.

Perciò chiedere ad altri di “aiutarci a pulire” o “pulire per noi” che significa chiedere di inviarmi luce, otterrà solo il risultato di indebolire le nostre potenzialità.

Condividere i propri problemi per chiedere di inviarmi Luce

Il fatto che si condividano problemi con gli altri, per esempio, può essere positivo per chi ne viene a conoscenza, che ha l’opportunità di cancellare in sè zavorre e blocchi energetici. Sarà di beneficio (relativo) anche a chi condivide il suo problema perchè sfogherà una pressione che pesa, ma se nella condivisione ci si affida all’apporto energetico degli altri (chiedere di inviarmi luce) chi si affida sta rinunciando al suo potere. Dunque in cambio di un beneficio “piccolo” riduce il beneficio massimo, che l’assunzione totale di responsabilità gli consentirebbe di mettere in atto.

Non rinunciamo al nostro potere per pigrizia o perchè crediamo di non essere in grado di farcela chiedendo di inviarmi luce. Questo non è Ho’oponopono.

Ho’oponopono NON E’ chiedere agli altri di pulire per noi! Non è chiedere di inviarmi luce. Non lo è! E non esiste nessuna disciplina spirituale seria che faccia questo!

“Pregare” per gli altri ha senso (molto senso)… chiedere agli altri di “pregare” per noi, chiedere di inviarmi luce, significa non aver capito niente (tanto per usare un eufemismo!)

Non esiste un mondo indipendente al di fuori di noi

La filosofia Hawaiana, tra le altre, ci trasmette la conoscenza che  non esiste un mondo indipendente al di fuori di noi, nel senso che non esiste qualcosa che ci riguardi e che faccia parte della nostra realtà “materiale” scollegato e indipendente dalla nostra realtà interiore o meglio dalla persona, dall’individuo che interiormente siamo e siamo convinti di essere, dalle caratteristiche che rivestiamo. Capiamo in quest’ ottica come chiedere di inviarmi luce risulti quanto meno inutile?

In sostanza non si manifesta nulla nella nostra realtà materiale, che non sia già presente essenzialmente in chi noi siamo.

Da questo deriva che  per cambiare la nostra materialità (che è la manifestazione dello Spirito) nella direzione del nostro benessere, dobbiamo sperimentare l’Amore e viverlo intensamente e costantemente come ci  ricorda lo Spirito di Aloha.

Infatti Ho’oponopono è presa di responsabilità al 100% attraverso l’azione e non ha nula a che vedere con il chiedere di inviarmi luce.

Nessuno può davvero aiutarci perciò è inutile chiedere di inviarmi Luce

Risulta quindi evidente che nessuno potrà mai aiutarci più efficacemente di quanto possiamo fare noi stessi riconoscendo il divino in noi e il nostro immenso potere nel riconoscere la presenza nel nostro subconscio delle memorie quali cause di questa realtà.  Chiedere di inviarmi luce risulta dunque non solo inutile, ma controproducente.

Attraverso le memorie io e solo io ho creato questa realtà, con l’obiettivo di evolvere insieme all’Amore che Io Sono. Perciò non scarichiamo sugli altri la responsabilità di ciò che avviene nella nostra vita, e nemmeno la responsabilità di modificare la nostra vita.

Assumiamoci semplicemente la responsabilità che ci è propria e agiamo con Amore senza chiedere di inviarmi luce.

Basto io per cambiare me stesso e il mondo

Basto solo Io! Se scarico la responsabilità dei miei problemi sugli altri sto espandendo i miei problemi, non li sto risolvendo. Non è questa la strada efficace! Chiedere di inviarmi luce non è efficace. I miei problemi li ho manifestati io e io solo posso modificarli efficacemente pulendo in me i limiti percettivi che li hanno generati. E’ la comprensione che basto io per cambiare me stesso e il mondo, e lo pratico sapendolo!

Quindi per cambiare tutto il mondo intorno a me che di me è il riflesso reale, che dipende completamente dalla mia interiorità, basto io, partendo da lasciare andare la necessità e la convinzione che il Mondo abbia bisogno di essere cambiato!

Mandare Luce va sempre benissimo

Mandare “Luce” va sempre benissimo! E’ chiedere di inviarmi luce che è controporoducente e depotenziante!

Aiutare qualcuno in difficoltà al meglio delle nostre potenzialità, è sempre un’operazione amorevole e perciò non può che emanare buona energia che si diffonde nel cosmo, ed è utile per tutti.

E’ chiedere luce e mettersi nella posizione della vittima impotente che è deleterio. E’ deleterio perchè ci depotenzia e ci mette nella condizione di “sopravvivere di elemosina” quando in realtà noi, tutti noi siamo nati per vivere alla grande ed essere ognuno il re del proprio regno!

Esprimiamo l’intenzione di assumerci la responsabilità

Leggo, a volte anche divertito, alcuni di questi commenti. La “tecnica” è in teoria davvero semplice. La pratica è meno scontata. In Zero Limits, ma anche nei libri di Mabel Katz, la questione Ho’Oponopono non è mai stata sviscerata e spiegata come ha fatto Giovanna Garbuio nei suoi libri (Ho’Oponopono Occidentale soprattutto). Nel momento in cui chiediamo aiuto (anche in questo gruppo), diamo la responsabilità all’esterno.

Certo fa comodo: siamo naturalmente portati ad agire così, ma Ho’oponopono ci dice di fare una scelta diversa. Credo che a volte (mi metto in prima persona) manchi l’abitudine di “rigirare” il problema dentro noi stessi.

Con il massimo rispetto per il dolore delle persone che hanno chiesto aiuto, luce e preghiere, ho una proposta che forse ci aiuta a focalizzare meglio gli obiettivi del gruppo.

Perché non proviamo a prenderci la responsabilità al 100% anche quando scriviamo un post?

Faccio un esempio: se oggi dovessi stare male, potrei essere tentato di scrivere “Ragazzi, sto male, inviatemi luce e preghiere”. Perché invece non ci prendiamo la responsabilità di quello che ci capita e lo scriviamo nero su bianco? Ad esempio: “Mi dispiace per tutto quello che ho detto o fatto che ha causato il mio malessere di oggi. Perdonami. Grazie. Ti Amo.”

In questo modo metteremmo in pratica Ho’Oponopono, scrivendo l’intenzione di voler ripulire in prima persona, senza chiedere nulla all’esterno. Le altre persone del gruppo che vedranno il post sapranno cosa fare. Che ne dite?

Sebastiano Zampini

Amore e nonamore e chiedere di inviarmi Luce

Perciò quando noi mandiamo luce e facciamo passare il messaggio che chi beneficia della nostra luce “sarà salvo” facciamo come la mamma che risolve tutti i problemi del figlio

  • lo aiuta costantemente a fare i compiti,
  • risolve le sue diatribe con i compagni,
  • gli fa costantemente la borsa da calcio,
  • lo difende contro l’allenatore insensibile
  • lo giustifica strenuamente con i professori ecc…

Così facendo il risultato che raggiungerà sicuramente sarà quello di contribuire sostanzialmente a farne un individuo debole, fragile e dipendente dagli altri.

Resta vero che…

Allora ragazzi resta vero che se veniamo a conoscenza di un problema di qualcun altro dobbiamo farcene carico, perchè l’abbiamo manifestato nella nostra vita e dobbiamo pulire in noi tutto ciò che lo riguarda e così guariremo noi dal problema.. Il che vuol dire per esempio che ci salterà la connessione e che non sapremo più niente di quel problema… Scherzo ovviamente!

Ma se io so che tu stai male ti mando la mia luce e pulisco in me il tuo problema e risolvo in me il problema, probabilmente con qualche beneficio anche per te… Questo beneficio sarà sempre inferiore al danno che tu ti sei procurata affidando a me il tuo potere.

Non so se mi sono spiegata. Il fatto che si condividano così tanti problemi nel gruppo può essere positivo per chi ne viene a conoscenza che così ha l’opportunità di cancellare qualcosa in sè, sarà di beneficio (relativo) anche a chi condivide il suo problema, ma chi condivide il suo problema rinuncia alla sua opportunità, rinuncia al suo potere e in cambio di uno sfogo anche sano, rischia di rinunciare al beneficio massimo che l’assunzione totale di responsabilità gli consentirebbe di mettere in atto.

Il perchè della mia intransigenza sul chiedere di inviarmi Luce


E’ chiaro adesso perchè sono così “intransigente” su questo punto?

Non rinunciate al vostro potere per pigirizia o perchè credete di non essere in grado di farcela. Prima di tutto perchè non vi fate del bene, secondo perchè ciò che state facendo rinunciando alla vostra responsabilità e quindi al vostro potere non è Ho’oponopono!

Dunque non è controproducente mandare luce, quello che non serve e che indebolisce chi lo fa, è CHIEDERE LUCE!

Questa è la differenza: se io so come funzionano le cose, sarò sempre pronta ad aiutare chiunque si trovi in difficoltà, ma consapevole che se mi intrometto troppo, farò il suo male anzichè il suo bene (discorsi belli incasinati in un universo dove male e bene non esisono).

Non è questione di essere gentili e mandare luce o pensieri positivi ad altre persone o ad animali, la questione centrale è assumersi la totale responsabilità, al 100% di cosa accade, sapendo che questo è comunque il meglio per noi. Chiedere luce non serve…

Luca Vaschetto

A me fa bene … ma a te?

A me fa bene pregare per te e mandarti luce. Ti sto Amando quindi ne avrò degli enormi benefici! A te può dare anche un po’ di solievo ricevere luce da me. E va bene se non la chiedi e se non ci fai affidamento, perchè nel momento in cui deleghi ad altri la soluzione, tu stai rinunciando completamente al tuo potere e i danni che ne ricaverai sono incommensurabilmente maggiori rispetto ai benefici. Sempre restando fermi nel concetto che comunque tutto è perfetto!

E’ chiedere luce agli altri per noi o per terzi, è chiedere che gli altri si assumano la responsabilità di guarire la nostra vita al posto nostro, che non è efficace e soprattutto non centra proprio niente con Ho’oponopono

È persino meglio che tu brancoli nel buio, ma che almeno sia il tuo buio!

Osho

Non è Ho’oponopono chiedere di inviarmi Luce

Qui la questione non è se mandare o non mandare luce se chi la chiede si sente sollevato o meno, la questione è: vogliamo capire cos’è e cosa fa Ho’oponopono?

Vogliamo capire com’è e come funziona il meccanismo?

Il gruppo è nato per questo (con elasticità), per approfondire Ho’oponopono, per poter mettere gli efficaci strumenti e le efficaci potenzialità di Ho’oponopono a portata di tutti. E chiedere luce non è Ho’oponopono, anzi è il contrario di hHoponopono.

Che poi a me se qualcuno me lo chiede non mi costi niente farlo e anzi mi arrichisca anche questo è vero. E potrei anche fregarmene e dire “ma sì luce sia” … E mandargliela anche effettivamente. Ma è come dare il famoso pesce agli affamti o insegnare loro a pescare.

Ho’oponopono non è chiedere luce a terzi rinuciando all’enorme potere che l’assunzione di responsabilità ci mette a disposizione.

Spiritualità pratica

La questione del chiedere o non chiedere luce non è mera questione dottrinaria in seno ad Ho’oponopono. Ci riguarda direttamente ed è vitale.

Se stai male e non c’è nessuno disposto a darti luce, preghiere, cerchi meditativi e altro che fai? Possibile che devi sempre assicurarti che ci sia qualcuno o qualcosa a sostenerti? E se non c’è?

Fin da piccola mi ha sempre fatto innervosire l’idea che dovessi essere in balia della bontà o non bontà altrui. E che cavolo… mica dio ci mette in mano di chi capita! Ora siamo grandi e possiamo capire che gli altri possono essere magnifici compagni di viaggio, ma non dobbiamo MAI delegare il nostro potere. Perché altrimenti non sapremo mai Chi Siamo.

Non chiediamo luce o aiuti se non vogliamo zoppicare, chiediamo piuttosto consiglio

Nella mia esperienza chiedere di inviarmi Luce

Scrivevo il 23 giugno 2015 all’indomani dell’ictus che ha subito la mia mamma:

Non chiedo luce a nessuno! La mia Luce è onnipotente se non la offusco limitando il mio potere!

E’ successo un fatto che “l’opinione pubblica” definirebbe grave… anzi molto grave! Io sono stata disorientata per un po’ di ore… un po’ scombussolata… forse triste ma certamente non disperata e direi nemmeno sofferente!

So e ho sempre saputo dal momento esatto in cui mi sono resa conto che stava accadendo che se accadeva c’era una ragione ben precisa e che riguarda solo ed esclusivamente il mio miglior bene!

Quando è accaduto ho chiamato papà “nel suo alto dei cieli” (comunque con la consapevolezza che tutto è Uno) e gli ho proprio gridato “INTERVIENI”!

Ma mai nemmeno per un momento gli ho suggerito come intervenire!

Sono tre giorni che cerco quel miglior bene presente in questa situazione… non lo vedo, ma so che c’è e so che al momento più opportuno lo riconoscerò! Sono serena.. so che tutto “andrà bene” che non significa uscirne vivi!

Ho voluto dirvelo per cercare di dimostrare con i fatti che chiedere luce agli altri NON SERVE! E’ controproducente, è limitante… non fatelo.. non fatelo! Fate ho’oponopono, credete in voi stessi e credete e fidatevi della vostra onnipotenza… solo così possiamo godere della beatitudine che ci spetta …. qualunque cosa accada!

Magari un momento di disorientamento… ma non di sofferenza… e subito dopo la consapevolezza di ciò che E’!

Non parlare dei tuoi problemi personali

Concludo con questo interessante intervento di Luisella Passafiume

Chiedere di inviarmi Luce

Giovanna Garbuio

Mi chiamo Giovanna Garbuio non mi piace definirmi, ma se proprio lo devo fare direi che sono una libera pensatrice. Sono inciampata nel 2008 su ho'oponopono e l'ho subito identificato come la via per lasciar andare tutte le domande! Sono stata la prima a scrivere qualcosa di strutturato su Ho'oponopono in Italia.  Sono entrata in contatto con la cultura Hawaiana dunque, quando ancora in italiano non c'era letteratura e quella poca che c'era era per lo più fuori stampa e quindi non più disponibile.

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