La gratitudine degli altri e Ho’oponopono non centrano molto l’uno con l’altra!
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La gratitudine degli altri non ci riguarda
Io do moltissimo, ma non mi ritorna mai niente
Me la vedo sempre con l’ingratitudine degli altri
Quando ci ritroviamo a domandarci: “Ma come? Io sono sempre così generosa, mi prodigo per gli altri e in cambio non ricevo che schiaffi e irriconoscenza?” (a parte il fatto che già il porsi una domanda di questo tipo la direbbe molto, molto lunga ad un osservatore attento), proviamo in queste situazioni ad indagare anche un po’ oltre la superficie della questione. La gratitudine degli altri è qualcosa che riguarda veramente gli altri?
- Quando facciamo qualcosa per gli altri, è proprio quello che vorremmo fare e quindi lo facciamo con il cuore?
- Compiere quelle azioni è il comportamento che ci fa stare meglio di qualunque altro comportamento?
- Ci sentiamo grati per l’opportunità di fare qualcosa per qualcuno o ci sentiamo invece buoni.
- Siamo capaci di dire “No” quando non vogliamo fare o sappiamo che faremmo una determinata cosa per forza?
- I nostri “sì” di generosità sono sempre autentici?
Ecco spiegato l’arcano
Se a queste domande o anche a solo una di queste, rispondiamo negativamente ecco spiegato l’arcano. Ecco il perché dell’irriconoscenza e degli schiaffi e della mancanza di gratitudine degli altri.
A parte che già il fatto di farci questa domanda, come dicevo, dovrebbe metterci sull’allerta del perchè facciamo quel che facciamo per gli altri. Siamo davvero sicuri di farlo incondizionatamente, senza aspettarci ritorno? O in cuor nostro contiamo sulla gratitudine degli altri?
Chiaramente qualcosa ci aspettiamo, altrimenti questa domanda non ce la saremmo posti. La gratitudine degli altri ci sembra in qualche modo dovuta.
Riflessioni antiche
Ognuno, quando fa del bene a un altro, lo fa a se stesso
La giustizia non riguarda gli altri, come comunemente si crede: gran parte ricade su se stessa. Ognuno, quando fa del bene a un altro, lo fa a se stesso (come del resto quando fa del male n.d.r.). E non lo dico perché chi è stato aiutato vuole aiutare, chi è stato difeso vuole proteggere e perché il buon esempio ritorna sulla persona che lo ha dato, (così come i cattivi esempi ricadono sugli autori, e se uno con le sue azioni ha insegnato che si può offendere, non trova commiserazione quando viene a sua volta offeso); ma lo dico perché ogni virtù trova in se stessa la sua ricompensa. Non la si esercita in vista di un premio: il guadagno di un’azione virtuosa consiste nell’averla compiuta.
Seneca – Lettere a Lucilio
Imparare a dire no
Lasciando andare il bisogno della gratitudine degli altri
Detto questo rimane comunque fondamentale imparare ad Amarci allo stesso livello con cui “amiamo” (o ci sembra di amare) il prossimo. Lasciando per prima cosa andare il bisogno del la gratitudine degli altri.
Quando ci relazioniamo con il nostro prossimo, ricordiamoci sempre che è molto bello e spesso gratificante acconsentire a soddisfare qualche sua richiesta, ma non saremo mai davvero autentici se non saremo in grado di dire anche “NO!”. Quando in cuor nostro è ciò che davvero vorremmo rispondere.
Non saremo mai in grado di dire un “Sì!” sincero, energeticamente efficace, se all’occorrenza non saremo capaci di dire anche sinceramente “no!”
Un “Sì!” di compromesso è una forzatura che energeticamente emanerà energia di frustrazione. Diciamo sì perchè abbiamo bisogno a qualche livello del la gratitudine degli altri.
Essere autentici
ci distoglie dalla gratitudine degli altri
Se non facciamo quello che ci piace fare e quindi quando diamo non diamo per la pura gioia di dare, se in altre parole ci aspettiamo la gratitudine degli altri perchè la gioia di fare qualcosa di loro non ci è sufficiente come ritorno, non ci stiamo comportando autenticamente. E l’Universo ce lo fa notare con la presunta ingratitudine degli altri.
Se acconsentire alle richieste di qualcuno non è ciò che davvero vorremmo fare, non lo potremmo mai fare con il cuore… In fondo ci sarà sempre l’ombra inquinante del risentimento, che è il sentimento (nostro) che genera l’irriconoscenza (negli altri). Ed è esattamente questo che ci insegna lo Spirito di Aloha!
Aspettarci la gratitudine degli altri, è la via più efficace per allontanare la gratitudine degli altri
Ecco che Ho’oponopono e la gratitudine degli altri ci mostrano ancora una volta qualcosa di noi. La gratitudine degli altri è un riflesso del nostro sentirci inadeguati, incompleti, disapprovabili.
Dare è un’opportunità
Il bisogno di gratitudine degli altri è un ostacolo
La stessa cosa vale se diamo sentendoci buoni, generosi e migliori degli altri. Non stiamo Amando incondizionatamente. Stiamo dando con uno scopo egoistico.
Dare incondizionatamente significa dare per la gioia di dare, significa non accorgerci nemmeno di essere buoni (non dico che non lo siamo eh!). Ma se ci sentiamo buoni e generosi stiamo squilibrando tutto.
La gratitudine degli altri non centra niente.
Anche il dare va vissuto come un’opportunità, non come un obbligo o come un peso.
In altro modo non è l’Amore incondizionato la nostra guida. Noi non ci stiamo così comportando generosamente con gli altri, perché prima di tutto non siamo generosi con noi stessi (ci costringiamo a fare ciò che non vogliamo, ciò che ci pesa)… E non essendolo con noi stessi, non potremo esserlo tanto meno con gli altri.
La gratitudine degli altri va di conseguenza alla portata energetica dell’azione, non in base a qualcosa di arbitrariamente giusto o sbagliato.
E’ l’energia che associamo alla nostra azione che eventualmente attrae la gratitudine degli altri
Compiremo comunque quelle azioni, ma lo faremo con disappunto, con frustrazione con bisogno della gratitudine degli altri. Quindi saranno esattamente queste le vibrazioni che diffonderemo intorno a noi. Per quanto l’azione che stiamo compiendo in valore assoluto (che non esiste), sia il massimo dell’altruismo e della generosità.
Se vedete una situazione come esterna a voi, rimanete intrappolati nelle sue ombre, perché chiunque risponda alla vostra immaginazione è un’ombra. Come potrebbe un’ombra creare qualcosa di reale nel vostro mondo?
Non appena date a un altro il potere di creare, avete trasferito su di lui un potere che appartiene di diritto a voi. Gli altri sono solo ombre che testimoniano quello che avviene dentro di voi. Il mondo è uno specchio che riflette continuamente ciò che fate dentro di voi.
Neville Goddard
La strada che appare facile spesso non si rivela tale e comunque non passa per la gratitudine degli altri
Noi stiamo seguendo la strada che ci appare più facile, ma che porta in realtà più lontano da noi stessi e dal nostro benessere. siamo condizionati dal bisogno di approvazione, dal bisogno della gratitudine degli altri
Quante volte rinunciamo a dire “no” per quieto vivere? Ma è un quieto vivere immediato che si svilupperà in un brutto vivere continuo.
Sacrificarsi (nel senso di rinunciare a ciò che fa bene a noi in favore di ciò che pensiamo faccia bene agli altri) per ottenere la gratitudine degli altri, con la consapevolezza e quindi con il peso del sacrificio, non è mai un’azione efficace e produttiva per nessuno, né per chi la compie nè per chi la “subisce” (riceve).
L’energia disarmonica di aspettarsi la gratitudine degli altri
Se non siamo capaci di dire di no, quando diciamo di sì non stiamo immettendo nell’Universo energia armoniosa di generosità autentica. Noi stiamo altresì emanando energia di frustrazione, che ci tornerà indietro sotto forma di schiaffi e di irriconoscenza.
L’Universo è regolato da leggi eterne e invariabili in ogni ambito, non solo in ambito spirituale o economico. Chiadiamoci qual è il vero motivo che ci spinge a comportarci in un determinato modo… Forse il bisogno della gratitudine degli altri?
Non esiste ingiustizia o iniquità
Ogni causa manifesta un effetto perfettamente corrispondente e se saremo tanto sinceri con noi stessi da analizzare le situazioni con il cuore libero, troveremo tutte le risposte e tutte le spiegazioni adeguate in maniera semplice, fluida ed immediata.
L’Amore genera solo Amore
Se nella nostra vita si manifestano situazioni di non-amore la spiegazione c’è sempre (e non è nell’ingratitudine degli altri) e la responsabilità è da ricercare solo in noi stessi.
Nessuno subisce ingiustizie semplicemente perché i perfetti meccanismi universali non lo permetterebbero.
Detto questo e dopo esserci assunti la totale responsabilità di ciò che accade nella nostra vita e aver riconosciuto l’eventuale bisogno della gratitudine degli altri, è interessante conoscere questo risvolto psicologico molto comune conosciuto dagli addetti ai lavori come ->
Sindrome rancorosa del beneficato
La sindrome rancorosa del beneficato è una modalità di relazione distruttiva, ma preoccupantemente diffusa.
E’ un tipo di reazione che logicamente non ci si aspetterbbe mai, ma che in realtà nel mondo psicologico è ben conosciuto proprio perchè fin troppo facilmente riscontrabile. Ed ha molto a che fare con il bisogno del la gratitudine degli altri.
Si tratta di un meccanismo subcosciente per cui chi riceve qualcosa di positivo da qualcuno, invece che riconoscere con gratitudine il dono ricevuto, diventa ostile e rancoroso nei confronti di chi èsato generoso con lui.
Chi subisce questo tipo di reazione non può che restare meravigliato e allo stesso tempo amareggiato. Certamente farà non poca fatica a comprendere qual è la molla che fa scattare l’aggressività invece che una molto più logica e “normale” gratittudine. In ogni caso se lui stesso è mosso dal bisogno dela gratitudine degli altri, non riuscirà mai a uscire da questo inghippo.
“Ero amico di un grande uomo politico. Il suo problema era quello di essere un uomo molto generoso ma molto orgoglioso. Non era nato nella famiglia di cui era diventato l’erede.
Era nato povero e improvvisamente era diventato uno degli uomini più ricchi del paese. Tutti i suoi parenti erano poveri. Lui li fece diventare tutti ricchi: diede loro fabbriche, negozi e tutto il denaro possibile, perché ne aveva veramente tanto.
Mi disse: “il problema è che nessuno di loro mi ama. Ho dato tutto a tutti, agli amici, alla famiglia, anche agli estranei che sono venuti a chiedermi aiuto. Non ho mai detto no. Ma nessuno mi ama.”
Indagai: “Voglio farti una domanda: hai permesso a quelle persone di fare qualcosa per te?”
Mi rispose: “In realtà io non ho bisogno di nulla, ho tutto.”
Gli spiegai: “Il problema è chiarissimo: non ti rispettano, non ti amano, non ti sono amici, poiché tu li hai oppressi e li hai umiliati in un modo molto sottile. Tu sei un uomo che può aiutare, che può dare milioni alla gente e che non ha bisogno di nulla in cambio.”
Proseguii: “Tutto questo ferisce il loro orgoglio. Conosco i tuoi amici, conosco i parenti che hai aiutato e reso ricchi. E so che sono pieni di collera, di rabbia, di astio verso di te.
Tu hai fatto loro tanto bene, ma non conosci la psicologia umana. Fai alcune cose semplicissime… non è necessario che tu chieda loro grandi cose, ma devi chiedere loro qualcosa: “Amo le tue rose, un giorno puoi mandarmene qualcuna?”, dai loro modo di pensare di poter ricambiare e tutta la loro collera sparirà.
Essi possiedono l’automobile solo perché tu hai dato loro il denaro per acquistarla. Tu non ne hai bisogno ma ogni tanto puoi fare una telefonata e chiedere: “Ho bisogno della tua macchina puoi mandarmela?”
Puoi cambiare tutta l’atmosfera che ti circonda dando l’oro la convinzione di poter ricambiare.”
Commentò: “Non avevo mai visto la cosa da uesta prospettiva.”
Dieci anni dopo mi incontrò su un treno e mi disse. “Avevi ragione, ho cominciato a chiedere piccole cose , di nessuna importanza per me, e tutti hanno cambiato atteggiamento”
Osho
Cos’è la sindrome rancorosa del beneficato
Vi è mai capitato di vedere una relazione (amorosa, amicale, parentale, professionale…) andare improvvisamente a rotoli senza motivo, dopo che a voi sembrava di avere dato tutto ciò che potevate dare alla relazione con gioia e disinteresse .
Disinteresse significa senza aspettarvi nemmeno gratitudine, perchè l’opportunità di fare ciò che avete fatto era già per voi un riconoscimento sufficiente?
Se vi è capitato in questi termini significa che molto probabilmente anche voi avete avuto a che fare con la ” sindrome rancorosa del beneficato “.
Come nella descrizione del raconto di Osho, è molto più comune di quel che si crede anche perchè ad un’osservazione distaccata pare un comportamento incredibile e ingiustificabile.
Perchè l’ingratitudine?
A volte l’ingratitudine da parte di qualcuno che è stato oggetto delle proprie attenzioni benefiche, può apparire più comprensibile (non dico giustificabile o accettabile) se si riconoscono i meccanismi di potere che generano emozioni complicate. Naturalmente tali meccanismi possono essere riconosciuti se a nostra volta noi non siamo invischiati nel bisogno della gratitudine degli altri.
L’ingratitudine spesso è generata dalla posizione di privilegio che permette a chi dà, di poter dare. Questa posizione (fosse anche una predisposizione d’animo caritatevole) invece di essere riconosciuta come un buon potenziale per generare benessere per tutti (come accade), viene vista come un privilegio ingiusto e quindi suscita invidia, senso di ingiustizia e di inferiorità.
Dunque chi riceve focalizza la sua attenzione sul senso di inferiorità e di dipendenza e di sottomissione nei confronti di chi dà, che la situazione a suo vedere sta sottolineando. Perciò anzichè riconoscere una condivisione affettuosa e il valore amorevole dell’aiuto ricevuto, si costruisce tutte le motivazioni possibili per convincersi che: «Io non ti devo niente!».
Più che una collaborazione e una condivisione, queste persone sentono di vivere una sconfitta derivante da un qualche tipo di competizione.
Insicurezza e bassa autostima sono il terreno più fertile per generare l’ingratitudine e la sindrome rancorosa del beneficato.
Cuore aperto a 360° incondizionatamente
Fare a qualcuno a cui vogliamo bene dei piccoli o grandi favori, magari prestargli o regalargli dei soldi in un momento di difficoltà, o mettergli a disposizione il nostro lavoro e le nostre capacità, o soltando essere presente e ascoltare lo sfogo dei suoi problemi con empatia e partecipazione amorevole e pazienza e comprensione senza giudizio, senza alcun bisogno della gratitudine degli altri, magari anche condividendo di conseguenza a cuore aperto le proprie difficoltà…
Questi comportamenti nella morale comune sono la base di una relazione di amicizia sincera, ma se il nostro interlocutore ha il cuore “chiuso” le conseguenze potrebbero essere davvero inspiegabili e soprattutto dolorose. Accade più spesso di quello che crediamo che la persona che ha ricevuto del bene covi dentro di sè un profondo rancore, portando a galla un’insensata invidia dovuta solo ad un senso di inferiorità, quasi sempre assolutamente ingiustificato e quasi sempre inconsapevole.
L’invidia al giorno d’oggi è facilmente dipendente da aspetti materiali.
Anche la bellezza, il talento, le capacità, la bontà d’animo oggi sono facilmente assimilati a beni acquistabili.
Certo …
- sai scrivere perchè hai potuto studiare,
- sei bello/bella perchè occupi tutto il tuo tempo a prenderti cura della tua forma fisica e te lo puoi permettere,
- sei bravo nel tuo lavoro perchè hai un posto di lavoro che ti consente di metterti in luce,
- capaci tutti a dedicarsi agli altri se non si deve quotidianamente combattere con il conto i banca ecc…
Quindi privi di merito e perciòdato che sono attribuibili esclusivamente alla dea bendata che ha agevolato (senza merito alcuno ribadiamolo) il benefattore e non il beneficato, sono spesso causa di invidia, ma soprattutto di rancore e di senso di ingiustizia e quindi di vittimismo.
L’ingratitudine degli altri
La sindrome rancorosa del beneficato è il top dell’ingratitudine, qualcosa di inspiegabile vista dall’altra parte.
“Ma come? Sono stato generoso, gli ho voluto bene, gli ho aperto il cuore, gli ho dato tutto ciò che ho potuto, semplicemente perchè farlo mi faceva piacere e adesso lui/lei mi odia e non perde occasione per denigrarmi e mettermi in cattiva luce?”
E’ anche questa come molti compotrtamente meschini e per lo più inconsapevoli, è una forma di difesa per chi non è in grado di reggere il confronte con un cuore puro.
Incredibilmente è un atteggiamento innaturale, ma estremamente diffuso, figlio proprio della debolezza emotiva di chi riceve e invece di sentirsi semplicemente grato [spesso accade più facilmente quando il “benefattore” non chiede assolutamente nulla in cambio, ma agisce di cuore, spontanemanete e solo per amore e condivisione (sto bene io, ti voglio bene, faccio tutto ciò che posso per far stare bene anche te)] si sente in debito e non riesce a gestire questa situazione.
Apertura di cuore
Di solito si tratta di persone chiuse di cuore (per quanto a parole sostengano esattamente l’opposto), prive della capacità, la forza, la potenzialità interiore, il coraggio e soprattutto dell’onestà intellettuale ed etica di accettare la generosità ricevuta con gratitudine (o anche di rifiutarla con gentilezza ed empatia perchè no?), ricambiare all’occasione, ma con la comprensione che il proprio amore, amicizia e affetto sinceri sono già un ricambio oltre l’aspettativa del “benefattore”.
Un sordo e ingiustificato rancore
La “sindrome rancorosa del beneficato” è, allora, quel sordo, ingiustificato rancore (il più delle volte covato inconsapevolmente; altre volte, invece, cosciente) che coglie come una autentica malattia chi ha ricevuto un beneficio, poiché tale condizione lo pone in evidente “debito di riconoscenza” nei confronti del suo benefattore.
Un beneficio che egli “dovrebbe” spontaneamente riconoscere, ma che non riesce, fino in fondo, ad accettare di aver ricevuto.
Al punto di arrivare, perfino, a dimenticarlo o a negarlo o a sminuirlo o, addirittura, a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi e a trasformare il benefattore stesso in una persona da dimenticare se non, addirittura, da penalizzare e calunniare. […]
Ma torniamo al nostro rancoroso. Nonostante in cuor suo sappia perfettamente di aver ricevuto del bene non riesce a sostenere il peso del debito di riconoscenza verso il “benefattore” e lo trasforma automaticamente in una persona da allontanare, dimenticare e a volte anche diffamare, da cui la sindrome rancorosa del beneficato.
Maria Rita Parsi
Ancora una volta la lezione è sempre la stessa: accetta l’energia che ti viene inviata e trasmutala. Non esiste energia buona o energia cattiva come non esitono persone buone o persone cattive. Ognuno fa quello che può con ciò che “ha”!
E ancora una volta … se non sono io a soffrire della sindrome rancorosa del beneficato, colgo l’insegnamento, osservo lo specchio, lascio andare ogni bisogno della gratitudine degli altri e proseguo oltre!
La sindrome rancorosa del beneficato è molto diffusa… Non prendiamocela quando l’incontriamo
Perchè ->
Ogni ostacolo è sempre un’opportunità di crescita
verissimo ma quando siamo costretti a dire di si , per assistere ad es . un parente malato , come si puo’ dire di no , se nn ha nessun altro intorno ?
Carla
Bisogna fare delle valutazioni… ci costa di più dire di sì e occuparcene o dire di no e sapere che nessuno se ne occupa? O ancor meglio: ci gratifica di più dire di sì e occuparcene o dire di no pur sapendo che nessuno se ne occupa?
Ciao Giò,
come sempre mi trovo in perfetta armonia con la tua analisi e aggiungo che porsi nella frequenza della gratiudine è il cammino individuale di ogni Essere <3 L'Amore è uno stato dell'Essere e come tale è in ognicosachefaichedicichepensi il legante di ogni atomo che ti compone, in questo stato non ti poni la domanda che fine fà l'amore che Dono, è donarsi in verità la gioia vera, e non è un mio problema ciò che gli altri se ne faranno, è la mia Vita punto. E' un energia come il sole impermeata in ogni cosa e dà sempre i suoi frutti moltiplicandosi, per chi ha occhi per vedere e orecchie per ascoltare, se non serve qui nella prossimità del mio essere potrebbe compiere un miracolo dall'altra parte del Mondo. Laddove c'è più bisogno. Un abbraccio di LuceAmoreGrandissimo sorellina. Raffaella
“è donarsi in verità la gioia vera”! Grazie Grazie Grazie!
CONCORDO APPIENO,DONARE E’ E DEVE ESSER SEMPRE E SOLO GRATUITO.SENZA MAI NULLA ASPETTARCI IN CAMBIO.TANTO QUANTO IO IMMETTO AMORE NEL CIRCUITO UNIVERSALE ,TANTO POI MI RITORNA IN SITUAZIONI CHE NEMMENO MI ASPETTO.GRAZIE DI CUORE. MARIATERESA
<3
Sentirsi costretti a fare per piacere o farsi accettare dagli altri e’ tra le dinamiche più infelicitanti che possano esistere. Quando si compie un gesto d’amore, non ci si pone il problema di essere ricambiati e se succede vuol dire che forse amore non è o e’ qualcos’altro. In ogni caso le aspettative che possono celarsi dietro un comportamento amorevole, andranno cmq deluse perché non può esserci nessuno in grado di colmare l’insicurezza e la mancanza di accettazione di se stessi che sottendono tali richieste. L’amore e’ libero e gratuito….lo scambio e’ altra cosa. L’amore nasce dentro e va all’esterno illuminando tutto e trova la sua fonte inesauribile nell’anima di ognuno
L’amore nasce dentro e inesorabilmente va all’esterno… non accade mai efficacemente viceversa! Hai perfettamente ragione!
È tutto assolutamente vero.
Nonostante abbia capito già da tempo tutto questo prorio in questi giorni mi sono resa conto che sto continuando a dire dei “sì” che non mi rispettano (mi ha infatti davvero colpito che tu ne abbia parlato proprio oggi!) ma come rispondevi a un commento sopra: a volte il “no” pesa di più…insomma, il messaggio mi arriva forte e chiaro, come al solito sono io che devo lavorarci ancora per imarare dire di “no” senza sentirmi ancora in colpa.
Un abbraccio!
abbasso i sensi di colpa definitivamente =D
Ma che bello, ma che bello….quante info in questo articolo, come del resto in tutti i tuoi articolo cara Giovanna, e nei commenti… grazie a tutti. E’ preziosissimo leggere le esperienze altrui. …già i sensi di colpa…sono cresciuta in una famiglia dove i sensi di colpa erano/sono la forza motrice e per questo motivo mi riesce molto difficile capire se mi gratifica più il no o il si….poi io sono una che ha sempre giocato d’anticipo, al primo segnale di bisogno di aiuto io mi offro sempre spontaneamente…ora un po’ meno….
Grazie
Siamo tutti nella stessa canoa 🙂
E’ proprio così! Lo sottoscrivo, anche se a volte è difficile da riconoscere. E questo soprattutto nei rapporti di coppia, così come approfondisco allo stesso modo in questo mio articolo:
http://wp.me/p7SgCe-F5
Cara Gio
va proprio detto….sante parole. Credo sia capitato a tutti, ed è sicuramente capitato come a me di dire si quando proprio non ne avevo voglia, e nel mentre da un altra parte ne pagavo le conseguenze.
A volte bisogna ascoltarsi per bene, chi continua a dire che sta male e prova in tutti i modi a farti sentire in colpa per il suo stare male. Hai voglia te a far capire che è solo il ritorno del famoso chiedi e ti sarà dato….
siamo tutti nati con l’indole di aiutare, ma quando dentro senti di andartene….dovresti farlo. È sempre per il tuo bene.
un abbraccio.
Per il tuo bene e per il bene di chi ti circonda… anche paradossalmente di chi ti sta chiedendo il piacere…. <3
Ritorniamo sempre lì. Quando ci relazioniamo con gli altri, facciamolo con convinzione, sinceramente, con il cuore senza aspettative immediate e future. Doniamo e basta felici di farlo! Prima o poi ritornerà a noi l’amore dato duplicato ma non necessariamente dalle stesse persone.
Un abbraccio grande.
Già! 😀
Ciao Giò, molto spesso noi scambiamo per amore il controllo che vogliamo avere sugli altri oppure il sentirsi importanti agli occhi di quello che riceverà il favore o ancora il nostro senso di possesso su qualcuno o qualcosa ecco perché poi ci ritornano schiaffi o ingratitudine. Ma questo, secondo me, fa parte delle maschere con le quali ci siamo protetti negli anni della inconsapevolezza! Se siamo qui a parlarne è perché finalmente qualche piccolo velo è caduto ed ora riusciamo ad intravedere la vera bellezza della vita e delle anime sorelle che ci circondano. Non ci resta che perdonare noi stessi e continuare a lavorare sulla nostra consapevolezza perché più riusciamo ad innalzare le nostre vibrazioni, e più potremo far cadere altri veli anche a chi ci sta intorno. Felice Giornata a tutti <3
Sottoscrivo ogni tua parola Marisa! Grazie!
Ciao Giovanna!! Leggendo il tuo preziosissimo articolo, ho subito pensato a due cose:
1) che qui stiamo parlando di Leggi universali che funzionano sempre e a prescindere: quindi va bene parlare di sensi di colpa, di atteggiamenti, di scelte… ma il punto vero è la consapevolezza. Possiamo decidere di aiutare/non aiutare, non è questo il punto. Però dobbiamo essere CONSAPEVOLI che se agiamo in contrasto con il nostro sentire l’effetto sarà energeticamente sullo stesso piano. Paradossalmente potremmo anche scegliere di aiutare lo stesso anche se non lo riteniamo in cuor nostro giusto, ma alla luce della consapevolezza sarà praticamente impossibile compiere un qualche azione quando avremo capito che energeticamente non porta alla evoluzione del Tutto/Uno.
2) Quando molte persone capiranno questo ed alzeranno il loro livello vibrazionale (già sta accadendo questo grazie anche a te Giovanna!) allora si potrà tirare in ballo in concetto di egregore:
“Un egregore è un’entità collettiva creata dal pensiero di tutti gli individui appartenenti a un raggruppamento, a un popolo, oppure a una religione; per esempio […] i loro pensieri, i loro desideri che vanno tutti nella medesima direzione formano un egregore impregnato, nutrito, modellato da quella collettività.” E quindi anche a livello collettivo si alzerà la nostra vibrazione energetica.
Ecco tutto, grazie tantissimo per questo post!! Iacopo
E grazie tantissimo per il tuo prezioso apporto… come sempre Iacopo!
Ciao Giovanna, io penso che sia importante porsi la domanda con cui apri l’articolo, domanda e non lamentela! Penso faccia parte del processo di consapevolezza, per dirsi” bene io sono qui e da qui devo ricominciare”.
Nel mio percorso di crescita personale ho posto come obiettivo da perseguire in ogni momento la riscoperta dell’ amore incondizionato perchè è quello che so “essere il mio essere”. Lavoro di pulizia veramente molto impegnativo, ma io so di non essere da sola.
Grazie Giovanna. ?
Grazie con tutto il cuore a te Patrizia
Ciao Giovanna con interesse leggo …ascolto e consapevolizzo!!!!!!!!!!!
Credo di essermi fatta fregare poco dal finto buonismo….ho saputo per fortuna saper dire tanti no…..solo in passato quanto non ero consapevole quei no detti mi facevano a volte sentire in colpa.
Ora non piu’!!!!
Dopo aver lavorato onestamente con me stessa ….posso dire e’ difficile ma possibile arrivare alla consapevolezza e abbassare l’ego.
Grazie per il lavoro che porti avanti.
Rosella
=)
Il servizio, l’aiuto reso all’altro dovrebbe essere fatto con amore. La ricompensa è la gioia stessa che se ne ricava, non ci si dovrebbe aspettare niente altro, nemmeno un grazie. Altrimenti se il servizio , il piacere è fatto per “forza”, perché non si ha il coraggio di dire no, non se ne può che ricavare un senso di colpa per non essere riusciti e rifiutare o quantomeno un senso di disagio interiore e una ineguatezza verso se stessi . Poi diventandone consapevoli ci rendiamo conto che non abbiamo messo in atto la fiducia in noi stessi, il nostro empowerment che ci avrebbe permesso di dire di no.
Voglio citare una frase di Neal Donald Walsh (autore di conversazioni con Dio,-trilogia- amicizia con Dio e altri. Egli dice : ” Ricordate sempre che tradire voi stessi per non tradire qualcun altro, è comunque un tradimento. E’ la più alta forma di tradimento.” E’ quello che è stato detto da Giò e da altri commentatori, ma in altra forma. La Verità ha molte sfaccettature che possono essere espresse in modo diverso.
Grazie Giò dei tuoi bellissimi e interessanti post.
Namastè Grazie grazie grazie
<3
Ciao Giovanna, innanzitutto grazie x il tuo, come al solito, bellissimo post, vero e profondo, ha toccato in me proprio quella parte più dolente, per la quale dopo averci lavorato molto a lungo oggi finalmente si apre uno spiraglio di consapevolezza e questo grazie anche ad hoponopono a te e al mio percorso di vita che mi fa vedere molto più chiaramente oggi le modalità con le quali mi pongo nella vita quando non riesco a dire di no agli altri a tutti, ritenendo il SI l’unica formula che mi faccia sentire di esistere di essere.
Purtroppo non ho imparato a volermi bene ma sto’ recuperando, e questo grazie anche al senso profondo di hoponopono e alla consapevolezza che porta nella vita praticandolo .
Grazie con tutto il cuore per quello che fai.
Grazie a te Angelo per questa bella e profonda riflessione!
Grazie Grazie Grazie a te Giovanna ed a tutte le anime sorelle per l’ apporto ed il confronto.Riguardo aquest’ultimo focus, riconfermo tutti i vostri punti per esperienza.Si dona con il SI, anche con il No.Grazie di cuore Giovanna.Grazie di cuore a tutti Voi.
Sono d’accordo e succede. Primo se sei chiamato a dare , dai , senza aspettative di cosa torna . Secondo , come risponde una persona è lui o lei che è responsabile per se stesso tu non centri . Come due che stanno guardando un quadro di Van Gough , uno sente il vente in un campo di papaveri , l’altro una telo imbrattata. Nessuno ha torto , sono piani della realtà diverse e sono vere tutte e due . Quando è successo ne abbiamo parlato e dentro di me ho recitato Scusa , grazie , ti amo . Ho risposto va bene e questa persona è uscita dalla mia vita . Per rispetto verso di lui .
Grazie per questo articolo che mi ha permesso di osservare le cose che accadono da nuovi punti di vista e aumentare la mia comprensione. Leggo volentieri ciò che scrivi perché insegna sempre molto 😀
Proprio in questi ultimi tempi, mi sto ritrovando a spezzare certe catene, affermando i miei NO, sonori e granitici. Dopo una vita passata accettando, per paura di deludere e per insicurezza, cose che mi hanno danneggiata e, prima di me, la mia famiglia, non so come né dove, ma ho trovato il coraggio di essere me stessa. Ed ora pare che io sia una specie di demone 😀 Sorrido perché la cosa ha un lato comico, in effetti…. C’è una sottile differenza – sottile ma fondamentale – fra il fare del bene, privilegiando qualcuno, e l’essere sottomessi, come nel mio caso, ad un sistema malsano. Ora, le persone che hanno tratto vantaggi di tutti i tipi dalla situazione di cui parlo (e che non sto a raccontare, per non annoiare nessuno), mi si stanno scagliando contro, come se io avessi distrutto le loro vite. Cosa che non è. Beh, io sono tranquilla. Mi sono fatta un profondo esame di coscienza, prima di prendere questa decisione, ed ora SO di essere nel giusto. Sono responsabile solo di me stessa, come ognuno lo è per sé stesso, e sto agendo di conseguenza. Fare qualcosa, qualunque cosa, nel nome di un presunto altruismo, ma che, di fatto, si chiama “bisogno”, ci allontana dalla verità, la nostra. E questo vale per tutti. Io, adesso, mi sento libera e leggera. Chi, al contrario, si sente tradito, dovrà fare il suo percorso, dove io non c’entro. E, pian piano, espanderò questa modalità a tutti gli ambiti della mia vita. Grazie *___*
Estremamente prezioso questo scritto.
Una Visione a 360 gradi delle dinamiche relazionali che in nome di presunto amore creano piuttosto aspettative e sofferenza.
Saggio in quanto ci riporta ad osservare gli accadimenti sotto la Luce degli apprendimenti, cercando Amore anche negli aspetti dolorosi.
Grazie ✨🙏🏼🌷❤️✨
bellissimo…psicanalisi dell inconscio.
questo letto è una riassunto della pscologia umana ..molto breve ma concentrato😉stupendo
Sono completamente d'accordo con l'articolo, e ringrazio per la spiegazione perché mi mancavano alcuni tasselli ,
Ora il puzzle è alcompleto GRAZIE!
Grazie a te Maddalena per esserci e per partecipare al confronto
Allora io ho letto tutto il tuo articolo e ti dico che sono sempre stata, e sempre lo sarò, una personcina generosa e di cuore ma non ho mai chiesto nulla in cambio. Se l'ho fatto, è semplicemente con il cuore.
Quindi io sto bene e se l'altro o l'altra lo vede diversamente, è semplicemente un suo problema mentale.
Con il tempo ho imparato a dire sì e no
e infatti… 😊🙏❤️