Giovanna Garbuio

I figli scelgono i genitori è una convinzione che più o meno accomuna tutti coloro che sposano la teoria della reincarnazione

I genitori per i figli sono una scelta condivisa

I figli scelgono i genitori
I figli scelgono i genitori

Partendo pure dal presupposto che ci sono molte visioni diverse circa la “teoria” della reincarnazione, tuttavia tra chi l’ammette è diffuso e chiaro il pensiero che i figli scelgono i genitori. In una dimensione senza spazio e senza tempo l’individuo decide chi saranno i suoi genitori, in accordo con loro. I figli scelgono i genitori. Non altrettanto chiaro è il pensiero circa quali siano gli elementi che influenzano questa scelta (esperienze passate, obiettivi futuri, compatibilità caratteriali, sintonie animiche ecc…) Tuttavia la cosa che ormai non è quasi più oggetto di dibattito tra chi si occupa di questi argomenti è che i nostri genitori sono diventati tali in base ad una nostra scelta volontaria. I figli scelgono i genitori

Sulla terra scende solo chi vuole farlo!

Dunque non solo i figli scelgono i genitori, ma noi come individui scegliamo volontariamente e liberamente di giungere in questo mondo

  • in una precisa era,
  • in una precisa famiglia
  • in una precisa situazione,
  • in una precisa posizione sociale,
  • in una precisa situazione storica,
  • in una precisa situazione economica
  • in una precisa posizione geografica,
  • in una precisa situazione fisica,
  • in una precisa situazione relazionale
  • in una precisa situazione psicologica

I figli scelgono i genitori nelle filosofie e nelle dottrine

Sono i figli a scegliere i genitori
I figli scelgono i genitori

Anche Plotino, filosofo neoplatonico, nel 200 a.C. aveva il medesimo pensiero che i figli scelgono i genitori. Secondo lui ogni individuo decide quale corpo abitare, chi siano i suoi i genitori, in quale luogo e in quale situazione fare le proprie esperienze, in base alle esigenze di evoluzione conoscitiva dell’Anima.

La teoria che il come e dove esperire la propria incarnazione sia una scelta dell’Anima e che i figli scelgono i genitori, è una consapevolezza che ritroviamo sempre uguale in moltissime filosofie e religioni orientali (e sapete bene che per me queste similitudini così marcate alimentano il sospetto che si basino su una medesima Verità).

Secondo l’Induismo il principio spirituale Jiva, che esiste antecedentemente alla materializzazione, entra a fare esperienza del mondo con l’individuo che lo veicola, pur esistendo precedentemente all’individuo. Lo Jiva è l’essenza che si reincarna, e naturalmente non lo fa certo in modo casuale, ma i figli scelgono i genitori. Ciò che determina la modalità di reincarnazione è la nota Legge di Causa ed Effetto che regola il Karma:

“Raccogliamo ciò che abbiamo seminato. Il buon seme procura buoni frutti; quello cattivo, frutti cattivi. Ogni azione, per piccola che sia, produce effetti sul carattere”

I figli scelgono i genitori allo scopo di conoscere

I figli scelgono i genitori
i figli scelgono i genitori

Noi scegliamo volontariamente tutte queste variabili e i figli scelgono i genitori e molte altre allo scopo di conoscere e di fare esperienza di ciò che l’Anima sa esere opportuno sperimentare.

La nostra essenza autocosciente si incarna quindi consapevole di ciò a cui va incontro e verosimilmente desiderosa di farlo. Lo fa comunque dotata di tutta una serie di strumenti anche piuttosto potenti, se utilizzati in modo appropriato.

Ci siamo incarnati con lo scopo di equilibrare lo spirito e la materia, pertanto è assurdo pensare che per evolvere sia necessario vivere avulsi dalla realtà o distaccati completamente dagli eventi terreni. Se lo scopo fosse questo o anche fosse la sola strada, potevamo restare dove eravamo, che staccati dalla realtà e dalla materialità terrena lo eravamo sicuramente già.

Sarebbe come accettare che l’intelligenza divina che ha “architettato” tutto questo sia stata, nella migliore delle ipotesi, distratta, avendoci dotato di un corpo inutile o addirittura dannoso, o sadica in un’ipotesi un tantino peggiore, godendo nel metterci in tentazione e nel vederci soffrire, abbandonati a noi stessi in mezzo alle intemperie del destino ingestibile.

Diventare effettivamente se stessi

I figli scelgono i genitori
I figli scelgono i genitori

Ottenere l’illuminazione, a rigor di logica dovrebbe prevedere un cammino contrario a quello effettuato per perderla. Ognuno di noi è partito dal medesimo punto di avvio, essere una perfetta piccola parte olografica di Dio. Questo tipo di essenza non può essere mutato, quello che è cambiato è solo il nostro livello di consapevolezza di ciò che realmente Siamo.

In questa prospettiva, anche i genitori (e i figli per i genitori) sono una porzione del progetto, messo a punto prima di salire sull’Arcobaleno per scendere sulla Terra. I figli scelgono i genitori.

Le caratteristiche, le convinzioni, i retaggi familiari sono qualcosa che ci serve, che ci è indispensabile per sviluppare determinate caratteristiche che ci appartengono e che siamo venuti qui ad allenare per manifestarle e trasformarle in quelli che definiamo talenti. I figli scelgono i genitori. Tutto ciò che di materiale e spirituale ereditiamo dai nostri genitori, dalla nostra famiglia e dai nostri antenati è qualcosa che ci è utile e ci serve per diventare effettivamente noi stessi.

I figli scelgono i genitori e i genitori scelgono i figli

Perciò i figli scelgono i genitori e i genitori scelgono i figli per aiutarsi reciprocamente a realizzare la propria missione di nascita anche attraverso il superamento di sfide e l’affrontare problemi. Il fatto di vivere esperienze familiari terribili o anche solo disagevoli, non è mai negativo da questa prospettiva. I figli scelgono i genitori anche per questo. Come abbiamo ben visto nulla è negativo, ma tutto è un’opportunità: nessun male viene per nuocere! Allo stesso modo anche le difficoltà familiari sono opportunità di crescita che ci servono, che sono funzionali alla nostra espansione verso il riconoscimento dell’Amore in noi stessi e in tutto.

I figli scelgono i genitori perchè assimilando gli insegnamenti che sono contenuti anche nella difficoltà relazionali familiari abbiamo l’opportunità di liberarci dai retaggi che ancora ci ingabbiano, riconoscendo e coltivando i nostri talenti verso la realizzazione della nostra missione.

I figli scelgono i genitori anche quando è una limitazione

Ad un certo punto del nostro cammino di esplorazione e di crescita abbiamo accettato che la nostra consapevolezza subisse delle limitazioni, ma queste limitazioni non ci sono state imposte, sono state da ognuno di noi liberissimamente scelte. come tutto il resto. Infatti i figli scelgono i genitori come molto altro.

Il nostro libero arbitrio non può essere violato ora nella limitata dimensione terrestre, tantomeno poteva essere violato prima, in qualche livello molto più ampio di consapevolezza. Per questo motivo è necessario che ora in questa situazione utilizziamo tutte le nostre capacità e le nostre potenzialità per tornare a casa nel modo più rapido e indolore, che evidentemente non è quello di passare attraverso la morte fisica! Cominciamo con rendere viva la consapevolezza che i figli scelgono i genitori.

I genitori si scelgono dall’altra parte dell’arcobaleno

Una volta arrivata a casa quella sera, chiesi a mio figlio se anche lui per caso ricordasse il momento del parto. Quello che segue è il resoconto di quello che mi disse.

Io: “Alan, ti ricordi quando sei nato? Cioè proprio quando sei uscito dalla pancia di mamma all’ospedale?”

Alan: “No. Ma mi ricordo appena dopo quando mi hai preso in braccio. Ero molto felice sorridevo.”

Io: “Perché eri così contento?”

Alan: “Perché tu eri quella che avevo scelto. Mamma ti ho Scelto!”

Io: “Cosa vuol dire “quella che avevo scelto”?”

Alan: “Beh, lo sai no? Quando sei in cielo e devi scegliere chi sarà la tua mamma.”

Io (sorpresa e perplessa): “No, tesoro, non lo so, ma dimmi cosa ricordi.”

Alan: “Eri la mamma che volevo e quindi ero felice.”

Io: “Perché hai scelto me?”

Alan: “Perché sapevo che eri brava e mi avresti aiutato. Non ho avuto molte mamme brave… E poi eri simpatica.”

Io (cercando di trattenere le lacrime): “Oh, sono così felice! Sono felice che tu mi abbia scelta!”

Alan: “Sì, ma alla fine non sei così simpatica come pensavo.”

Io (dopo aver trattenuto una risatina e cercando di non offendermi): Come facevi a sapere che sarei stata brava e che ti avrei potuto aiutare?”

Alan: “Perché avevi un numero alto sulla testa.”

Io: “Cosa intendi dire con “numero alto”?”

Alan: “Avevi un numero grande che aleggiava sopra la testa. Il numero era più grande di tutti gli altri, così ero sicuro che saresti stata la miglior mamma da scegliere.”

Io (che ancora non capivo bene la questione dei numeri, ma volevo continuare a farlo parlare prima che scappasse via): Va bene, e in cosa dovrei aiutarti? Cosa dovrei insegnarti?”

Alan: “So già un sacco di cose, però non riesco ricordarmele.”

Io: “Ma in cosa ti devo aiutare? Cosa pensi di dover imparare qui, in questa vita?”

Alan: A essere bravo e, questa volta, a voler bene alle persone.Tratto da “Ricordi del paradiso”

Tratto da Ricordi dal Paradiso di Wayne W. Dyer
i figli scelgono i genitori
I figli scelgono i genitori

Da tempo immemorabile viviamo, moriamo, rinasciamo ma non ne abbiamo memoria, tranne una piccolissima parte di gente che ricorda le vite passate… Dallo stato intermedio del Bardo, prima del concepimento, gli esseri coscienti scelgono la coppia per entrare di nuovo nell’esistenza della vita terrena di noi esseri senzienti».

Franco Battiato
I figli scelgono i genitori
I figli scelgono i genitori

Per iniziare doveva occuparsi di scegliere dei genitori, che sulla Terra erano importanti! I genitori sono una grande opportunità per comprendere bene tante cose!

Quando si arriva sulla Terra i genitori sono quelli che ci preparano il vestito che indosseremo per tutta la vita: questo vestito sulla Terra si chiama corpo! Lo preparano con i colori con cui vedono il mondo e con il tessuto di cui sono fatti i loro stessi vestiti.

Per scegliere bene, Maui decise di chiedere aiuto al gruppo di Aumakua del suo amico Kane, che era quello a lui più vicino. Egli sapeva che tra quelle luci c’erano il suo papà e la sua mamma di questo viaggio. Maui iniziò la sua ricerca quando improvvisamente si accorse di una coppia di Aumakua che gli apparivano più luminosi degli altri, con una luce pulsante che sembrava chiamarlo verso di loro.

In quel momento seppe che aveva trovato i suoi genitori e i due Aumakua acconsentirono felicemente, accogliendolo nella loro Luce. Loro erano quel papà e quella mamma che gli avrebbero permesso di sperimentare al meglio ciò che voleva capire e di portare a compimento la sua missione.

Tratto da Il viaggio di Maui
I figli scelgono i genitori

Anni prima che nascesse la mia bambina, ho sognato di avere una figlia: nel sogno la piccola è venuta da me e mi ha abbracciato, mi ha detto che ero sua madre e che si chiamava Evelyn.

Quel sogno mi ha lasciato un segno indelebile nella memoria e nel cuore. Tanto che, quando ho scoperto di essere incinta, sapevo già che stavo portando in grembo una femminuccia, e lei mi aveva già detto il suo nome: Evelyn.

giornodopogiorno.org

Il caso non esiste: i figli scelgono i genitori

Nulla di ciò che accade è regolato dal signor “caso”. Il luogo, la data di nascita (ecco perchè ha senso conoscere la propria mappa natale) e naturalmente la famiglia e, quindi, anche i genitori, vengono scelti con estrema cura.

Ovviamente allo stesso modo animicamente anche i genitori scelgono i propri figli.

Il vostro dolce bimbo o bimba non e’ realmente il vostro bambino, ma e’ un vostro fratello o una vostra sorella dello spazio che vi ha scelto come genitore denso per poter fare esperienza qui su questo pianeta grazie al vostro donarvi con amore per la causa.

Il loro viaggio non e’ il vostro come il vostro non e’ il loro, quindi dovete sempre tenere presente che sono liberi di fare le loro esperienze e che sono liberi di andarsene. Voi non dovete essergli di ostacolo, neanche volendo potreste esserlo.

Nessuno e dico nessuno può bloccare o sviare un viaggio in Terra di un anima. Solo la stessa anima può stallare, fermarsi, perdersi per poi forse un giorno ritrovarsi, ma sara’ sempre una sua scelta.

Una vera Madre e’ un PONTE tra la vita densa in questa dimensione e quella leggera e sopraffine del mondo astrale superiore. Dovete amare, accudire, nutrire, giocare con la vostra creatura ma quando essa inizia a ricordare, inizia ad essere, dovete lasciarla andare per la strada che ha scelto.

Partorire non significa portare sempre con sè in senso fisico materiale, legare a sè, possedere, ma significa lasciarlo andare al viaggio della sua stessa anima. Questo è il vostro DONO, questo è il vostro compito.

Quando tornerà imparerete da lui e lui da voi, poiché entrambi avrete fatto esperienza avendo dapprima amato per davvero sapendo lasciar andare senza porre condizioni.

con Amore Quinta Dimensione (tratto dal web)

Il fatto è che ogni Anima sceglie cosa vuole sperimentare nella propria incarnazione prima di incarnarsi appunto. L’obiettivo di tutti è quello di riconoscersi, ma attraverso l’esperienza di quali talenti, è un scelta animica. E di tali scelte fanno parte anche gli elementi fondanti della nostra esperienza terestre… tipo i genitori (o i figli).

Cammino evolutivo

I figli scelgono i genitori
I figli scelgono i genitori

Naturalmente l’Anima (che non soffre) non sceglierà i genitori più simpatici o più buoni, ma sceglierà i genitori che grazie alla loro caratteristiche, le permetteranno di intraprendere un determinato cammino evolutivo, capace di generare ed espandere un certo tipo di energia.

Non sono i genitori più bravi, o le persone migliori o le situazioni idilliache che vengono selezionate, ma quei genitori che, nel bene e nel male saranno più utili a permettere loro di compiere il cammino che si sono prefissati. Perciò la situazione che sto vivendo e che vorrei a tutti i costi ribaltare completamente, in realtà si basa su scelte fatte dalla mia anima. E se adesso le decisioni prese allora mi appaiono assurde e incomprensibili è solo perchè mi sono dimenticata sia le scelte che gli scopi per cui tali scelte sono state fatte.

Il mito di Er

Questa è una questione abbastanza risaputa e riconosciuta nella spiritualità moderna. Ma lo stesso Platone ne parla chiaramente nel mito di Er descritto da Platone.

Er, figlio di Armenio, era un soldato valoroso, morto in battaglia che, mentre stava per essere arso sul rogo funebre, si ridestò dal sonno mortale e raccontò quello che aveva visto nell’aldilà.

La sua anima appena uscita dal corpo si era unita a molte altre e camminando era arrivata in un luogo divino dove c’erano i giudici delle anime. I giudici esaminavano le anime e ponevano sul petto dei giusti e sulle spalle dei malvagi la sentenza, ordinando ai primi di salire al cielo e agli altri di andare sotto terra.

Avevano quindi ordinato a Er di ascoltare e guardare ciò che avveniva in quel luogo per poi raccontarlo.

Le anime venivano condotte presso un arcobaleno dove a un capo pendeva il fuso, simbolo del destino, posato sulle ginocchia della dea Ananke (Necessità).

Le figlie di Ananke, le tre Moire, sedevano in cerchio poco distanti dalla madre: Cloto, filava e cantava il presente, Lachesi, il passato, e Atropo, “colei che non può essere dissuasa“, il futuro. Un araldo presentava le anime disposte in fila e Lachesi faceva scegliere la loro sorte tra innumerevoli possibilità, ammonendo ognuno della propria responsabilità nella scelta. In questa scelta era contemplata anche quella della famiglia e dei genitori.

I più sceglievano seguendo il modo in cui hanno vissuto precedentemente: per esempio Agamennone aveva scelto di vivere come un’aquila. Odisseo, stanco di rischiose avventure, aveva preferito la vita di un qualsiasi uomo tranquillo.

Dopo aver compiuto la scelta, ogni anima riceverà da Lachesi il daimon, il genio tutelare, che avrebbe sorvegliato che si compisse la vita prescelta; quindi l’anima doveva andare da Cloto a confermare il suo destino e infine da Atropo che lo rendeva immutabile.

Le anime poi s’incamminavano attraverso la deserta e calda pianura del Lete e, fermatesi per riposare sulle sponde del fiume Amelete, tutte, tranne Er, furono obbligate a bere l’acqua che dà l’oblio, e chi non era saggio ne beveva smoderatamente.

Tratto da wikipedia

In questa visione la nostra incarnazione è determinata da un destino già scritto (non è molto chiaro fino a che livello di particolare) e questa scrittura è determinata certamente, secondo Platone, sia dal libero arbitrio che dalla necessità, le quali finiscono per coincidere.

La mitologia greca trasmetteva la consapevolezza che ogni anima sceglieva un’immagine o disegno che poi avrebbe sperimentato nella sua vita sulla terra. Contemporaneamente gli viene anche assegnato un compagno di viaggio, il Daimon che ci guiderà nel percorso. Però nello scendere sulla Terra dimentichiamo tutti i preparativi e ci convinciamo di essere giunti quaggiù “vuoti”! Tuttavia il daimon ricorda tutte le nostre scelte prenatali e il contenuto della nostra immagine. Ed lui infatti il custode del nostro destino.

Il pensiero di James Hillman

A soffermarsi sul tema, fra i molti, Lo psicoanalista James Hillman affronta questo tema in maniera approfondita. Egli dichiara che ciò che definisce la nostra vita è la ghianda che custodiamo dentro di noi, cioè la rappresentazione di chi siamo davvero, definita prima di nascere. Sostanzialmente il nostro percorso sarebbe originato da una scelta consapevole.

Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci induce a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere certe vie? Se esiste, è il Daimon che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita. È la chiave per leggere il “codice dell’anima”, quella sorta di linguaggio cifrato che ci spinge ad agire, ma che non sempre capiamo

James Hillman; Il codice dell’Anima
i figli scelgono i genitori
i figli scelgono i genitori

Le teorie di Robert Schwartz

Anche Robert Schwartz, autore del libro “Anime coraggiose”, condivide questa consapevolezza. Secondo lui ognuno di noi progettiamo in tempi precedenti all’incarnazione, le nostre vie, problemi e opportunità con l’obiettivo di riequilibrare il karma e conoscerci meglio

La programmazione che facciamo prima di nascere è estesa e dettagliata. Essa include la selezione delle prove della vita, ma va ben al di là di essa. 

Noi scegliamo i nostri genitori (ed essi scelgono noi), dove e quando incarnarci, le scuole che frequenteremo, le case in cui vivremo, la gente che incontreremo e le relazioni che stringeremo. Se qualche volta avete avuto la sensazione di conoscere già una persona appena incontrata, forse eravate nel vero. Quella persona faceva probabilmente parte della vostra programmazione prenatale. 

Quando un luogo, un nome, un’immagine vi sembrano stranamente familiari la prima volta che li vedete o sentite, si tratta spesso di un vago ricordo di ciò che fu discusso prima dell’incarnazione. In molte sessioni di programmazione usiamo il nome e prendiamo l’aspetto fisico che avremo dopo la nascita. Tali pratiche ci aiutano a riconoscerci l’un l’altro a livello fisico. 

La sensazione di dèjà vu viene spesso, giustamente, riferita a qualcosa successa in una vita passata, ma molte volte si tratta invece di ricordi delle programmazioni prenatali.

Quando entriamo nella dimensione terrestre dimentichiamo tutto e prima di incarnarci sappiamo che subiremo questa amnesia auto indotta. 

Un dato importante è che la personalità è dotata di libero arbitrio. È dunque possibile resistere o accettare le prove della vita. La Terra è un palco sul quale la personalità realizza o devia dal copione scritto prima della nascita. Noi scegliamo come reagire se con rabbia e amarezza o con amore e compassione. 

Quando riconosciamo che abbiamo programmato le prove della nostra vita la scelta diventa chiara e molto più facile“.

Robert Schwartz
i figli scelgono i genitori
I figli scelgono i genitori

I figli scelgono i genitori nel gioco di ruolo

Di esperienza in esperienza, progressivamente riscopriamo chi siamo, qual è la nostra vera natura.

Tuttavia per centrare l’obiettivo è necessario avere la consapevolezza di essere attori, registi e sceneggiatori di questo gioco di ruolo chiamato vita, e non vittime irresponsabili della realtà circostante.

Se i nostri genitori sono chi sono, (belli o brutti, bravi o disattenti, amorevoli o anaffettivi) non è certo un caso, ma è invece una nostra precisa decisione (i figli scelgono i genitori) portata a compimento perchè proprio loro erano i nostri migliori alleati per imparare determinate cose in un vicendevole scambio di insegnamenti il più delle volte del tutto inconsapevoli in entrambe le direzioni. Ma le nostre Anime assimilano anche ciò che noi non vediamo.

I i figli scelgono i genitori
i figli scelgono i genitori

Se invece ci blocchiamo nel ruolo di vittime, e colpevolizziamo i nostri genitori accusandoli di non essere dei “buoni genitori” stiamo perdendo l’opportunità che questa incarnazione prevede. Certo, non è facile nè comprenderlo, nè tantomeno accettarlo, soprattutto in situazioni difficili, ma i figli scelgono i genitori e i genitori scelgono i figli.

Tuttavia è solo assumendoci la responsabilità energetica che ci concerne (i figli scelgono i genitori) che possiamo ottenere ciò per cui siamo venuti e districare un cammino tortuoso raddrizzandolo e rendendolo ampio e luminoso. Solo l’assunzione totale di responsabilità ci restituisce la potenzialità che ci consente di direzionare l’evolvere delle cose.

Naturalmente questo meccanismo (i figli scelgono i genitori) è attivo e reale in tutte le relazioni interpersonali, tuttavia la relazione con i genitori è particolarmente profonda, scaturita da accordi d’Amore incondizionato (anche quella con i fratelli!)

Infatti la prima cosa da fare per entrare efficacemente in questa vibrazione è perdonare i nostri genitori ed eventualmente anche i nostri fratelli e conseguentemente noi stessi per qualunque sceneggiatura abbiamo messo in atto. Accettiamo dunque genitori e fratelli per quello che sono (che non vuol dire frequentarli nel remoto caso in cui con loro abbiamo chiuso) e facciamo nostra la consapevolezza che la nostra relazione non ha nulla di casuale.

Ma in conclusione

Nisargadatta Maharaj

Coloro che affermano di aver scelto il padre e la madre e di aver deciso come vivranno la prossima vita possono solo saperlo da se stessi. Lo so per me stesso. Non sono mai nato.

Nisargadatta Maharaj
Giovanna Garbuio

Mi chiamo Giovanna Garbuio non mi piace definirmi, ma se proprio lo devo fare direi che sono una libera pensatrice. Sono inciampata nel 2008 su ho'oponopono e l'ho subito identificato come la via per lasciar andare tutte le domande! Sono stata la prima a scrivere qualcosa di strutturato su Ho'oponopono in Italia.  Sono entrata in contatto con la cultura Hawaiana dunque, quando ancora in italiano non c'era letteratura e quella poca che c'era era per lo più fuori stampa e quindi non più disponibile.

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  1. Credo fermamente nella legge della reincarnazione , cosi come credo in quella dell' evoluzione della coscienza.
    Ma proprio perchè tutto è regolato dal Karma, e da questo strumento di divina misericordia ognuno impara , comprende e matura un nuovo sentire, la reincarnazione programmata non ha proprio senso.
    Come può una coscienza ancora embrionale, immatura( come potrebbe essere la coscienza di un selvaggio) scegliere ciò che è a lui più utile per superare tale condizione, è un controsenso in sè e per sè.
    Non ho compreso una lezione, e allora scelgo quello che secondo me potrebbe aiutarmi a comprendere?
    Piuttosto sono convinto che una coscienza si incarna in un corpo fisico, con tutti i suoi strumenti necessari, ed attraverso ad essi crea e percepisce l' ambiente e le conseguenti esperienze karmiche a lui più funzionali ai fini evolutivi…
    Questo è sicuramente un qualcosa che torna e da giustizia alla logica.
    Ringrazio per questo la filosofia dei maestri del cerchio Firenze 77, che illuminano il mio percorso terreno.

  2. Trovo che questo scritto sia fantastico, mi risuona in tutte le cellule; allo stesso tempo, essendo io mamma adottiva, a volte mi vengono dei dubbi sul fatto che mio figlio mi abbia scelta

  3. Sono la seconda mamma di un bimbo meraviglioso, pur non essendo la madre biologica questo bimbo ha delle caratteristiche a me molto simili, lo riconosco e lo amo. La vita mi ha dato un dono che non avrei mai pensato di avere non sentendo il famoso "istinto materno", quell'istinto che gran parte delle persone dicono che una donna solo così si realizza. Mi emoziona ogni volta che le persone chiedono di lui e dicono, tuo figlio! Lui ha fatto una descrizione di come ci ha scelto dicendo di aver visto la casa e di essere stato spinto proprio da noi. E' un bimbo molto amorevole e ci tiene molto alla nostra famiglia ai suoi genitori anche se dello stesso sesso, non ha alcuna vergogna di essere circondato da molte zie e nel contesto viene vissuto come un bimbo gentile e molto aperto. Questo bimbo mi ha aiutato a riconoscermi soprattutto nelle parti materne e nelle parti positive. Si, mi crea ansia quando se ne va a trovare un amico, fare un giro in bicicletta o a pescare (la sua grande passione). L'ansia per me è una cosa antica, le paure, il vedere il mondo sempre al negativo, non voglio più lasciarmi coinvolgere in questa spirale e lui mi sta aiutando anche facendomi sentire queste paure. Ora sono 12 anni che viviamo assieme, ed è un sogno che questa vita mi ha offerto.

  4. guarda Gio e un bellissimo post ma devo farti almeno 2 domande
    1 perche alcuni genitori abbandonanp i loro figli ?
    2 che ruolo hanno i genitoei adottivi?
    grazie Alessandea

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